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21 Marzo 2018

Facebook e Uber nel mirino dei “poteri forti”. La crisi degli DEI tech ed il bivio cyberpunk

di Rudy Bandiera

Due delle più grandi aziende tecnologiche al mondo, Facebook e Uber, stanno vivendo un momento di ENORME crisi ma la cosa curiosa è che questa crisi non è di sostanza ma in gran parte di percezione.
Ma veniamo ai fatti.

FACEBOOK

Facebook NON ha manipolato le elezioni o la politica, NON ha passato dati illegalmente, NON ha venduto sotto banco i nostri account e NON ha fatto nulla di tutto questo.
Ma… ma il percepito è esattamente questo. Veniamo ai fatti, dicevamo.
Lo psicologo Aleksandr Kogan ha creato l’App “thisisyourdigitallife” e per utilizzarla è necessario fornire alcuni dati personali o accedere attraverso il profilo Facebook. In questo modo l’utente forniva all’app molte informazioni personali, come la città di residenza, i like lasciati nei post e la lista degli amici.
Questo è “legale” per policy FB ma le società che ne entrano in possesso non devono condividerle con aziende terze cosa che invece Kogan ha fatto con Cambridge Analytica la quale ha usato i dati (pare) per indirizzare i voti in USA e in Gran Bretagna per la Brexit.
FB sapeva tutto dal 2015 ma intimò solo al profe di cancellare i dati, cosa che non accadde.
Ecco, l’errore e la colpa e la responsabilità di Facebook risiedono in questo, non nel fatto di avere manipolato, venduto o scambiato i dati illegalmente.

FB è stato complice di un fatto, non ha compiuto il fatto di cui si discute.

E poi possiamo stare qua a dire che c’era da aspettarselo, che la privacy non esiste più, Snowden, Prism, la NSA e chi più ne ha più ne metta, ma questi sono i fatti.

UBER

Proprio ieri è uscita anche questa notizia:

“Uber: incidente mortale, sospesi i test delle auto autonome. Una donna è stata investita in Arizona da una macchina senza pilota mentre stava attraversando la strada. A bordo un tester che non è riuscito a riprendere in tempo i comandi dell’auto.”

Ovviamente testate come Repubblica si sono divertite con fraseggi del tipo

“Si realizza così l’incubo di tutte le case automobilistiche, la macchina impazzita che uccide, senza che l’essere umano – stavolta a bordo – possa impedire la tragedia”.

Subito dopo, si parla di poche ore, escono nuove notizie che parlano di fatto inevitabile:

“Sylvia Moir, ufficiale in capo della polizia di Tempe ha scagionato l’auto a guida autonoma per l’incidente mortale avvenuto ieri. La donna è comparsa all’improvviso sulla carreggiata (…) L’incidente è avvenuto di notte, e la vittima sembra essere spuntata da una zona d’ombra. L’autista di sicurezza dietro il volante della macchina di Uber non si è accorto di nulla. Il primo segnale d’allarme è stato il rumore dell’impatto”.

Anche in questo caso siamo di fronte ad un fatto in cui la diretta responsabilità non è certamente di Uber, ma sapete qual è la cosa curiosa? Che NON importa.

Siamo di fronte a una sorta di bivio, a quello che io chiamo “il bivio cyberpunk”.

Da un lato abbiamo grandi aziende enormi, che aggregano tecnologia, soldi, dati e potere come nessun’altra realtà ha mai fatto prima, dall’altra parte ci troviamo di fronte a i “vecchi poteri” che sono gli editori, i politici, le lobby sindacali che vanno dai taxisti agli assicuratori fino ai costruttori di auto, che stavano aspettando al varco questi colossi e che, di fatto, controllano ancora i media tradizionali con i quali sono in grado di influenzare le persone che non approfondiscono (per mancanza di tempo, di cultura, di voglia…)

Cosa succede a questo punto?

Succede che si grida allo scandalo accusando FB di avere manipolato le elezioni quando non è vero e si grida al “te l’avevo detto che sarebbe successo” verso Uber, per una cosa che sarebbe successa anche se l’auto non fosse stata a guida autonoma.

Questi colossi ci hanno “spaventato” ed hanno messo alle strette poteri esistenti da molto prima di loro, poteri che si sono fatti diversi nodi ai fazzoletti e che detengono ancora un enorme potere mediatico, economico e politico.
In questi giorni sono stato intervistato diverse volte su questi fatti, in particolare su quello di FB, e mi sono reso conto che la “realtà vera” è celata sotto il sensazionalismo. C’è una sorta di aria… di vendetta. Di riscatto.

Il bivio cyberpunk è questo:

lasciare che le corporation corrano libere, senza mitigare giuridicamente quello che possono fare, fino ad arrivare ad un futuro distopico in cui siamo controllati da algoritmi, oppure frenarle terrorizzati creando nella testa delle persone delle paure al fine di mantenere lo status quo dei poteri precostituiti?

La fregatura è che in ognuno dei due casi in mezzo ci siamo noi, tutti noi, con le nostre vite e le nostre paure e le nostre speranze.
Io credo che dobbiamo tutti fare un passettino verso una cosa che si chiama giudizio e non pregiudizio.

Dobbiamo levarci dalla testa le ideologie e le supposizioni per cercare di fare qualcosa che abbia un senso: le auto autonome arriveranno, non è questione di se ma solo di quando, quindi invece di gridare allo scandalo sarebbe il caso di iniziare a normare le responsabilità.
Facebook non chiuderà perché noi ci indigniamo, ma forse dovremmo iniziare a pensare a un sistema che dia a Facebook (e alle aziende tecnologiche) modo di campare senza per forza raccogliere dati su di noi, per esempio… pagandolo.
Perché se continuiamo con la cultura del gratis, con l’idea che online non si debba pagare nulla, il servizio che ci verrà restituito avrà sempre un valore inferiore ai dati che abbiamo rilasciato noi, saremo sempre in difetto.

Cerchiamo di vedere le cose come stanno, senza entusiasmi e senza paranoie. Cerchiamo di risolvere i problemi, invece che gridare agli scandali.


Sono un divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding.

Per la mia biografia, informazioni su di me e contatti vai alla pagina info

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Le 7 regole per vivere online | TEDxBologna | Rudy Bandiera

Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)



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