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31 Maggio 2017

Whatsapp fa bene ai ragazzi ed abbatte il “giudizio” ma… ci sono 2 ma…

di Rudy Bandiera

Whatsapp fa bene ai ragazzi ed abbatte le barriere classiche di quella età, specie perché i ragazzi non si sentono giudicati grazie alla mancanza di fisicità.

A dirlo non sono io ma uno studio di Arie Kizel dell’università di Haifa in Israele che appunto afferma che le barriere sociali tradizionali e i dubbi amletici che tutti i ragazzi hanno (abbiamo avuto) comunicando con gli altri, crollino nel momento stesso in cui viene a mancare la fisicità.
E lo credo bene: come dice il mio amico Federico Tonioni dell’ambulatorio dell’Area delle Dipendenze da Sostanze e delle Dipendenze Comportamentali di Roma, davanti a Skype NON si arrossisce. Ma non per modo di dire, davvero! La stessa cosa fatta dietro a una webcam e di persona ha effetti DEL TUTTO DIVERSI, quindi è ovvio che i ragazzi si sentano più liberi di parlare su Whatsapp che di persona.
Però… c’è un però. Anzi un paio.

  1. La vita non si svolge tutta, nella sua interezza, dietro ad un display di un cellulare. Il rischio di questa sicurezza percepita è che quando si esce dall’ambiente protetto ci si senta spaesati, impauriti e si prendano derive non manifestate nelle chat.
  2. Le conversazioni di questo tipo sono basate sulla fiduzia. I ragazzi stessi dicono che si sentono più tranquilli perché non giudicati e che si fidano delle persone con cui comunicano, si fidano un sacco e si aprono. Il fatto che si aprano è bellissimo, se le persone che recepiscono i messaggi di apertura sono pronti a mantenerli “intimi”. Abbiamo visto un sacco di casi di persone che hanno condiviso con amici e poi gli amici hanno condiviso con sconosciuti portando ad effetti devastanti. Tiziana Cantone docet.

Insomma, io trovo BELLISSIMO che i ragazzi abbiano una dimensione di fiduzia in cui aprirsi così come trovo bellissimo avere ambienti intimi in cui confrontarsi, ma è bellissimo se rimangono ambienti di cui fidarci et intimi, altrimenti viene a mancare una variabile.
È una questione di educazione, come sempre: dobbiamo, NOI ADULTI, insegnare ai ragazzi et influenzarli con i nostri comportamenti (si influenza per come si è) e fare capire loro che le confessioni, le aperture, i racconti e ogni cosa intima e personale è SACRA e deve rimanere tale.

E dobbiamo anche insegnare loro, di nuovo con il nostro comportamento, che il telefono è una nostra terminazione che deve essere vissuta come un completamento, non un oggetto che sostituisce qualcosa come l’incontro, la danza o il mangiare la salama da sugo insieme.


Sono un digital coach, un docente e un TEDx speaker: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding.

Per la mia biografia, informazioni su di me e contatti vai alla pagina info

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Le 7 regole per vivere online | TEDxBologna | Rudy Bandiera

Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)



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