So che probabilmente questo post attirerà le ire di svariate persone, ma è una cosa che penso e mi tocca scriverla: sono sempre stato fermamente convinto che la voce delle persone cambi di regione in regione (così come da nazione a nazione) e queste ferie me ne hanno dato la conferma.
I romani ad esempio hanno una voce più bassa e gutturale rispetto a noi emiliani ed i veneti hanno un tono più stridulo, uomini e donne che siano, rispetto alla gente di pianura.
Allo stesso modo gli americani hanno, secondo me, la voce più bassa di noi italiani, mediamente di qualche ottava.
Questo, se è possibile, come è possibile?
Secondo me, ma ripeto è solo una mia teoria bislacca, in base alla lingua o al dialetto si stimolano le corde vocali in maniere diverse, facendone uscire con gli anni, suoni diversi da posto a posto.
Con queste ferie ne ho avuto la conferma, o almeno quella che io credo essere tale: negli States ho sentito delle voci più basse e gutturali rispetto a quelle che sento generalmente qui, ed invece gli ultimi tre giorni li ho passati a Jesolo: bel posto, palazzi bellissimi, spiagge piene e ben organizzate, cibo buono ma… che voci di merda!
Mi è capitato persino di sentire un ragazzone che sarà stato sui 25/30 anni, alto un metro e novanta, con una voce che pareva un eunuco con le dita schiacciate in uno sportello.
Che non me ne vogliano gli abitanti del Veneto ovviamente, la mia è solo poco più di una supposizione, di una impressione basata solo sull’attenzione e non su esperimenti di alcun genere, ma mi piacerebbe sapere se altri hanno notato questa cosa e se per caso può essere vero.
Intanto gustatevi la mia foto dell’ultimo giorno in spiaggia: l’anima rock nemmeno a Jesolo mi abbandona anche se ero circondato da voci flebili, stridule ed acute :-)
Una teoria dell’evoluzionismo sulle corde vocali…
Nasco a Bergamo e il mio spettro vocale è ben diverso da quello degli emiliani. Ho la voce bassa ma potente (con un urlo abbatto i muri). Nonostante io non abbia l’accento dei miei compaesani risento delle influenze del dialetto e dei suoni che portava a produrre. Uhm, direi che il tuo discorso è valido, o almeno ti posso dire che i bergamaschi non hanno la stessa voce degli emiliani.
Interessante osservazione. Non ci avevo mai fatto caso, ma adesso farò attenzione. Che voce hanno secondo te i piemontesi?
@ Cicapui:
Ah non lo so… non sono mai stato abbastanza con i piemontesi per capirlo.
Ma sono certo saranno bellissime ;-)
Ma mi t vegno in stragrembo d quea strasguarata candeabri de to mare!!!
Forse un po’ stridulo, ma almeno mi son tolto una soddisfazione!
Se noi abbiamo una voce di “merda” , forse non ti sei ancora visto la faccia allo specchio!
@ nicola:
bravo Nicola, ed immagino tu mi abbia detto una cosa poco carina: avevo messo in preventivo che, pur facendo un post pacato nel quale dico un mio punto di vista, qualche coglione sarebbe passato di qua e mi avrebbe insultato.
Dai, ci sta.
Non avranno una voce di merda magari, però sono di un permaloso…;)
Ma a proposito? qualcuno mi traduce le offese di Nicola per cortesia? Intuisco che ci siano di mezzo dei candelabri e mia madre… o sbaglio?
Il punto però è un altro: la diversità anche nelle voci è per te un valore?
Marco
Non conosco molto bene il veneto, ma ipotizzo si traduca gentilmente con “riverso il mio piacere su quella lasciva multislot della tua genitrice”.
Nicola, illuminaci!
@ marco:
Oh certo che lo è! Io sono fermamente convinto che le diversità siano una forza travolgente molto più delle analogie, ma non per questo devo pensare che una cosa “diversa” (da me ovviamente) sia migliore.
La diversità in se è indispensabile, ma non sempre bella (in base ai miei canoni ripeto).
Ma voglio precisare: tutto questo post è una mia congettura e non volevo offendere nessuno. Se uno domani scrivesse che gli Emiliani puzzano non credo che gli darei del figlio di puttana pubblicamente… forse :-)
@ Andrea Giuseppe Capanna:
“lasciva multislot” = “troya”… fichissimo!
Dai Nicola, spiegaci per cortesia
Bossi vuole alzare di un ottava la tonalità degl’italiani, per adeguarsi ai veneti.
Gli americani che avevano la voce più bassa di qualche ottava erano per caso neri e alti circa 2 metri?
Facevano anche “oh yeah…, yeaaaah!”?
@ Nico:
Ah si… e poi danzavano appoggiati sulla propria testa.
Dici che non fossero “normali”?
Ma mi t vegno in stragrembo d quea strasguarata candeabri de to mare!!!
@ Rudy Bandiera:
Questo non e’ prorio Veneto d.o.c. la parola stragrembo e’ un neologismo poco e mal usato….. per il resto la sua intenzione è quella di eiaculare all’interno di quella infila candelabbri della mamma….. Direi che è molto pesantuccia come affermazione… credo non ti ami molto questo soggetto…
Di che imparino il codice della strada,nel resto dell’Italia in rotonda si HA la precedenza !!!
@ stefanONE:
“eiaculare all’interno di quella infila candelabbri della mamma” solo tu potevi dirlo in modo così fine… grazie amico. Adesso le mie idee sui candelabri sono decisamente diverse :-D
@ grison:
Va beh dai, questo non c’entra niente però….
Non so se tu abbia ragione, mi lascia perplessa l’idea in quanto ritengo che molto dipenda dai ‘modelli’ familiari. Credo che siano in percentuale davvero pochi, soprattutto al nord e al centro Italia, i figli di genitori nati in quel luogo, moltissimi sono ‘figli del sud’, trapiantati lì per ragioni di lavoro. Tipi ‘puri’, oggi come oggi ne esistono davvero pochini, per fortuna! Diversità per me è sinonimo di ricchezza.Non mi sembra possibile che in una società, ormai multietnica, si possano fare distinzioni così nette…anche ‘solo’ di tono o di timbro di voce…ma mi posso sbagliare..ciao e buon fine estate!
@ isabella cesareo:
Mah, forse hai ragione tu, non lo so, ma devo fare una precisazione: anche per me la diversità è un arricchimento, ma questo non c’entra con il post.
Di contro io ho abbinato un certo dialetto (che no dipende dalle origini dei genitori in senso stretto) visto che il dialetto, se si nasce in un posto, lo si impara in quel posto.
Bene, se il dialetto stesso è la fonte del supposto cambio di tono, il fatto di nascere da genitori non autoctoni non c’entra nulla.
Ultima cosa: le distinzioni nette, in un caso come questo si possono fare, visto che sono basate su un dialetto che, per sua natura, è una distinzione netta a sua volta.
Ok, detto questo, ti auguro una felicissima estate e ti ringrazio per non aver spedito candelabri in mia madre :-)
Un po come i piloti di motoGP, perchè hanno tutti lo stesso timbro di voce? questa è una cosa che mi sono sempre chiesto! una mia ipotesi cè l’avrei!:)
@ Claudio: I piloti di motoGP non sono uomini. Sono una razza superiore. E’ normale che abbiano una voce diversa.
Nessuno ha fatto caso al corriere della sera che si vede sul lettino di Rudy? Troppo out. Troppo 1.0.
@ Pam:
Oh, ma avevo anche un Aifon sulla panza eh!
Per essere 3.0 te lo dico io dove te lo devi mettere l’aifon!
Rudy, anche io ho la stessa tua impressione.
Per quanto riguarda la lingua so (appena trovo qualche link lo posto) che il parlare una lingua piuttosto che un’altra forma diversamente la bocca. Esattamente come dicevi tu per le corde vocali (credo che valga la stessa cosa): se sei un inglese sfrutti la lingua, il palato, le corde vocali e il resto in modo diverso da un italiano. Infatti noi italiano siamo trai pochi a saper pronunciare la R, che è ben diversa da quella tedesca da quella francese e dall’inesistente cinese… questo perchè da piccoli ci alleniamo a farlo e la nostra lingua è in grado di farlo (è un muscolo) ma quella dei cinesi no.
Penso che gli stessi ragionamenti si possano usare anche per i dialetti.
Un veneto usa la bocca in modo diverso da un campano e quindi cresce in modo diverso.
(e perchè metà dei campani parla in falsetto?)
@ greenkey:
Oh grazie, grazie davvero. Mi sentivo pazzo….
L’uomo può produrre circa una settantina di suoni diversi all’origine poi però a seconda della lingua che impara ne sviluppa alcuni e ne perde altri (pensate all’arabo, al giapponese ecc.). Pensate alla nostra difficoltà quando impariamo una lingua straniera da adulti proprio per la “riproduzione” di certi suoni o fonemi che non appartengono alla ns. lingua…. La stessa cosa accade anche per i dialetti io ad esempio non riesco assolutamente imitare gli altri accenti… mentre alcuni riescono benissimo a farlo (dovuto allo sviluppo particolare di una zona del cervello)….Poi il “piacere” o non “piacere” nel sentire un determinato accento è un fatto del tutto soggettivo: anch’io non sopporto quella veneta, ma ad esempio adoro la toscana, piemontese e anche quella emiliano-romagnola anche se non riesco a capire la “differenza” tra emiliana e romagnola non saprei distinguerla…. Probabile che anche a voi capiti la stessa cosa….In coclusione se la ns. lingua o dialetto ci abitua ad usare determinati suoni è vero che si arriva ad avere un ritmo diverso nel parlato e quindi anche una tonalità…tutto si lega insieme… non so se sono riuscita a spiegarmi bene….
@ Laura:
certo, ed io aggiungo “ekkekkazzo” :-)
Comunque non sembravi tu quello della foto in spiaggia….!!
Dai? Dici che era una controfigura? :-)
@ Rudy Bandiera: E’ che nella foto “da spiaggia” sembri più figo e magro….!! Nelle altre sembri più “pacioccone”… senza offesa…. sarà un problema di “fotogenia”?!?! Ti conviene cambiare la foto dell’avatar con quella della spiaggia…
Nessuna offesa, figurati! A dire il vero anche in quella in spiaggia si nota la panza ed il doppio mento hehe
@ Rudy Bandiera: No non si nota lì… sembri veramente molto più “slanciato”… anche i lineamenti del viso sono più “fini” e i capelli meno brizzolati più neri….e le mani più affusolate…bye!
Laura, io l’ho visto dal vivo sabato sera… E’ orribile, credimi. Orribile.
per quello che riguarda il bello o il brutto, in effetti sono orribile.
Ma, c’è un MA, le mie dita e le mie mani sono bellissime e le dita affusolate…e lo sono sempre.
Io ho espresso quello che emergeva dalla foto……Adesso “orribile” mi sembra un pò esagerato… Nico! Daiiiiii!… Comunque metti più foto da spiaggia…. perchè se sono di quel calibro….”tirano”….hi hi abitate tutti nella stessa città??!!
Io sono assolutamente certo che hai ragione.
E ti diro’ di piu’: la lingua madre (ed anche i dialetti) influenzano il nostro pensiero; a questo proposito, so che e’ un po’ lungo da leggere, ma lo consiglio:
Does Your Language Shape How You Think?
http://nyti.ms/a2pQmn
Antonio Orlando ha scritto:
certo che se leggessi questo libro la lingua usata influenzerebbe si il mio pensiero; mi farebbe pensare “ma che cazzo sto a legge’?
Oh, e’ lungo ma non e’ un libro. E’ un semplice articolo sul sito del New York Times, puoi leggerlo tranquillamente senza doverti porre domande cosi’ trascendentali :)
@ Antonio Orlando:
si parlava di lingua e allora io dicevo una lingua che non conosci influenza il tuo pensiero nel senso, vero, di farti dire “non ci sto capendo nulla” uoz america, america me senti? comunque, visto che mi hai pungolato, sono andato a vedere il sito del niuiorktaims, uoz america, e le figure, mille bocchine di diversa razza e colore, mi hanno aiutato a cogliere il senso.
ed allora, in fine, si a mme nu’mme va mai de fa”n cazzo, nun sarà pure corpa de ‘sto dialetto strascicato che, mio margrado, me ritrovo?
antonio/orlando, non la sottovalutare perchè la domanda è scientifica
Mah, si’ e’ possibile che i dialetti influenzino la voglia di fare, pero’ non mi spingerei cosi’ in la’. Personalmente, sono intuitivamente piu’ portato a ritenere che la voglia di fare sia del tutto indipendente dalla lingua o dal dialetto parlato. Qualunque sia la nostra intuizione, comunque, anche se la tua domanda e’ scientifica la risposta richiederebbe competenze e prove che non ho.
PS: Comunque io volevo solo specificare che non e’ un libro ma un articolo – poi ovviamente ognuno e’ libero di avere voglia di leggerlo o meno, compreso te. Anche a vantaggio degli altri, che leggendo il tuo commento potevano desistere.
Non volevo assolutamente pungolarti, credevo che la tua mancanza di disposizione a leggerlo fosse legata al fatto che secondo te era un libro.
Prendo atto che invece, come dici tu, si tratta di una specie di “filosofia di vita” (eventualmente legata alla lingua e al dialetto parlati), ma insomma stai scrivendo tutto tu – io non ho mai voluto pungolarti, e scusami se hai avuto per un po’ l’impressione che io l’avessi fatto. Non mi permetterei mai.