Quest’estate gli amici di Carlos’ Way mi infilarono in una angolo per una delle loro interviste #cinquesucinque riguardanti il mondo dei social media ed in particolare Twitter che io amo alla follia.
In quella occasione parlammo di personal branding, di social media marketing e di tutte quelle cose che io non conosco minimamente ma che millanto di sapere drogando i discorsi con termini anglofoni brillanti e perfettamente incastonati.
Alla fine dell’intervista mi chiesero “Qual è la maniera migliore per captare l’attenzione delle persone?” ed io, dilungandomi in un delirio autocelebrativo atto soltanto a farmi sentire figo, formulai il “Teorema di Rudy Bandiera” ovvero “se ogni 5 cose che scriviamo 4 riusciamo ad alleggerirle nei toni o riusciamo addirittura a renderle frivole, avremo l’attenzione su di noi anche quando vogliamo colpire nel segno. Questo è il teorema di @RudyBandiera: ogni 5 cose che dici fà che 4 siano divertenti.“
Di fatto il Teorema non è altro che una regola di vita banalissima: si tratta di dire un buon numero di cazzate e condirle con qualche chicca di serietà, di utilità oggettiva, ogni tanto. In fondo chi di noi vorrebbe seguire qualcuno che dice sempre e soltanto cose seriose e che non ci strappa mai un sorriso? Io no di sicuro, e nemmeno voi, ne sono certo.
Bene, in questi mesi mi sono bullato di questa cosa a destra e sinistra, suscitando a volte delle simpatiche arricciate di naso da parte dei puristi della comunicazione.
A quanto pare anche gli ammmmericani sembrano alla ricerca del tweet perfetto, e per raggiungerlo è stato fatto uno studio: “Almeno un quarto dei 200 milioni di Tweet che ogni giorno affollano la rete e’ ‘inutile’. Lo dice una ricerca della Carnegie Mellon University, del Mit e del Georgia Institute of Technology che ha anche preparato il ‘manuale per il tweet perfetto’. Lo studio e’ stato fatto utilizzando il sito ‘Who Gives a Tweet?” in cui veniva chiesto agli utenti di dare un giudizio sui messaggi: nel 36% dei casi il giudizio era positivo, il 25% dei messaggi era giudicato inutile e sul 39% il giudizio era neutro.”
Ora, la domanda che mi pongo alla fine di questo post, domanda che vanifica le speranze di quelli che erano passati di qua per avere risposte è: il tweet perfetto esiste o esiste semplicemente un modo perfetto di Twittare?
Insomma, detta tra di noi, se uno scopre anche l’alchimia per un tweet perfetto ma è un rompi coglioni, la gente lo retwitta?
Per me no. Quindi mettetevela via ed incominciate a lavorare, tutti i giorni, con costanza, perchè è l’unico modo per riuscire a raggiungere un pochino di successo su Twitter. E’ una palla, lo so, ma è così.
PS: se volete questo post si, che lo potete tuittare ;)
Sei un Kazzaro meraviglioso.
Lov
Il mio tweet perfetto sta in una cassetta di sicurezza in Svizzera insieme al manuale “Portala a letto in tre mosse”
Il “manuale del tweet perfetto” mi pare un po’ come il “metodo per vincere al superenalotto”. Se lo sai, fallo invece di scriverlo, no?
Invece sul fatto di “specializzarsi” su un argomenti che ne pensi? Se uno parla di 2 argomenti distinti si deve fare due account twitter?
@ Andrea:
Ah bella domanda. Dipende moltissimo dagli argomenti, ma io credo fondamentalmente di no, purché appunto i due argomenti non siano super distanti come ad esempio la tecnologia e l’asfaltare le strade.
Un account ha personalità anche perchè rappresenta una persona (o un’azienda o un’entità) poliedrica.
Bel post! C’è un elemento da non sottovalutare, mi rendo conto che però è difficile. Trovata anche una “tecnica” efficace e la tua mi sembra buona, sappiamo poco di chi legge i nostri twett.
Chi sono i nostri lettori? Noi conosciamo poco chi ci legge e del resto come nella vita di tutti i giorni occorre tempo per conoscere le persone… Fare un bel twett è sicuramente un’arte. A volte in poche parole bisogna da un “frammento” dire molto di più!
Rocco ha scritto:
questo è esattamente il punto. Pochi sanno tuittare davvero bene…
come succede nella vita reale si possono dire cose molto serie con un tono leggero no? :)