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17 Dicembre 2008

Il prodotto interno lordo NON è indice della qualità della vita

di Rudy Bandiera

Ieri sera mi sono perso un po’ a leggere alcune pagine di Wikipedia e devo dire che guardando pochi numeri saltano fuori delle riflessioni interessanti: L’Italia è il settimo paese per PIL a livello planetario anche se non paragonabile a paesi come gli USA o il Giappone.
Per fare un esempio nella sola zona metropolitana di Tokio si ha un PIL circa uguale a quello della Francia… pazzesco ma vero.
Ora, nella classifica del PIL rispetto al potere di acquisto (PPA) il Bel Paese scende al decimo posto. Ma non è finita.
Slittiamo nuovamente in basso nella classifica del PIL pro capite dove ci piazziamo in ventesima posizione e dulcis in fundo siamo al 26esimo pro capite calcolato sul potere di acquisto.

Benissimo e allora? Allora la situazione è semplicissima.
Paesi come l‘Irlanda o l’Austria che hanno dei PIL nemmeno paragonabili al nostro (10 volte meno) hanno una redistribuzione della ricchezza che funziona e un costo della vita calmierato che permette una qualità della vita stessa decisamente alta.
Bisogna anche far notare come il numero degli abitanti di un paese non necessariamente influisca sul PIL: la grande Cina con oltre un miliardo di abitanti ha un PIL assoluto più basso della Germania per esempio.

Tutto questo per arrivare a dire cosa? Ok che il PIL è un importante indicatore della ricchezza prodotta da un paese, ma non per questo deve essere preso come spunto unico su cui lavorare per donare benessere e parità sociale ad un popolo.
Se il prodotto interno lordo calasse di un punto annuo ma nello stesso anno la redistribuzione della ricchezza avvenisse in maniera più saggia, la ricchezza complessiva delle persone sarebbe maggiore.

Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)

7 Comments

  1. conte2000
    17 Dicembre 2008 at 12:58

    secondo me ci dobbiamo tutti mettere a lavorare di + e con maggiore impegno, questo devono farlo tutti i lavoratori siano essi privati, pubblici, imprenditori, liberi professionisti e chi + ne ha + ne metta finendo con i politici. Questo maggior lavoro collettivo ci permetterebbe di poter gareggiare alla pari con gli altri paesi europei e con il resto del mondo. Siamo un popolo di piagnoni altro che

  2. Rudy
    17 Dicembre 2008 at 13:00

    ah non c’è dubbio! quando ci dobbiamo lamentare siamo bravissimi! e quando è ora di disciplinare si spera sempre che si disciplini qualcun altro…

  3. ARDU
    17 Dicembre 2008 at 14:43

    Incominciamo con il farli rubare meno, poi potremmo parlare di lavorare di piu’. Ma possibile che quando le cose vanno male è sempre lo scarpone che deve lavorare di piu’, farsi su le maniche? Ragazzi, io sono nato con la camicia con le maniche corte, sono figlio di operai, ho sempre lavorato, e non posso farmi su le maniche. Ciao belli

  4. conte2000
    17 Dicembre 2008 at 14:51

    sinceramente mi piace molto la nostra italia, così com’è, dopo aver vissuto 10 anni in svizzera dove nemmeno i cani osano abbaiare, preferisco un paese dove siamo liberi anche di non lavorare :)

  5. Sarya
    18 Febbraio 2009 at 17:50

    Per chi fosse interessato a dibattere su tale argomento ecco il gruppo “KILL P.I.L.” su Facebook

    http://www.new.facebook.com/group.php?gid=36913591225

  6. Pingback: Psicologia Salute e Gastronomia » Blog Archive » PIL o qualità della vita?
  7. Pingback: Terremoto e ricostruzione, aumento del PIL e del debito | RudyBandiera.com



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