Mi sono trovato in questi giorni, giorni colmi di impegni lavorativi che mi portano spesso ad essere lontano dalla Rete, a riflettere su di una cosa piuttosto curiosa che voglio chiamare “paradosso della celebrità”.
Andiamo per gradi: io ho sempre detto, sostenuto con forza e scritto libri sulla “disponibilità” e sulla accessibilità delle persone. In un post dal titolo evocativo come “dobbiamo essere disponibili, non a disposizione” scrivevo quanto segue:
Ci sono persone che ti mandano SMS per dirti che ti hanno mandato un Messenger nel quale ti avvisano che hanno mandato una mail… ma cazzo è, una caccia al tesoro?
…
Dobbiamo essere disponibili, NON dobbiamo essere a disposizione.
…
Quindi siamo gentili, rispondiamo, cerchiamo di essere social il più possibile ma, cosa in assoluto più importante di tutte, manteniamo un equilibrio.
Se i dispositivi mobili come gli smartphone ci dovevano liberare dal lavoro dandoci la possibilità di lavorare ovunque, ci hanno invece messo nella condizione di lavorare sempre: questo non va bene e dobbiamo armarci di buon senso per essere in grado anche di capire quando è il caso di mandare a cagare il prossimo. Sempre senza rancore.
Di fatto dobbiamo essere raggiungibili e disponibili oltre che capaci e seri professionisti, se vogliamo costruire una solida reputazione online che ci permetta di lavorare.
Ma a un certo punto di questo percorso nasce un problema. Ecco il circolo che da virtuoso diviene vizioso:
1
Ti formi e ti informi per riuscire a diventare un punto di riferimento del tuo settore (qualunque esso sia).
2
Inizi a tenere un blog, per dire, oppure a scrivere sui social, a condividere il tuo sapere con gli altri.
3
Con il tempo e la fatica inizi ad importi come punto di riferimento del tuo settore e le persone, che si fidano sempre più di te, vogliono comunicare con te.
4
Comunicare con te significa non solo per “lavoro” ma vogliono delle opinioni, ci sono quello che ti scroccano la roba, ci sono quelli che ti vogliono bene e ti chiedono come va, ci sono quelli che non ti vogliono bene ma ti chiedono lo stesso come va, quelli che ti offrono lavori assurdi, quelli che “guarda il mio progetto e dimmi cosa ne pensi” quelli che hanno 3 minuti liberi e hanno voglia di farti un saluto, quelli che ti chiamano per chiederti se hai 5 minuti ma che alla fine della giornata, tutti quelli che hanno 5 minuti, sono diventati ore.
5
A questo punto inizi, per forza di cose, a discriminare. Sei al collasso, non puoi parlare con tutti, non puoi rispondere a tutti e non puoi fare tutto questo e contemporaneamente lavorare nel settore che ti ha permesso di arrivare a questo.
Dopo il punto 5 si cortocircuita la situazione
Viene meno il dialogo, viene meno la conversazione e con loro viene meno la linfa stesso di questo lavoro, viene meno la “relazione”.
E’ per questo che i personaggi del Web molto noti spesso non rispondono: perchè NON possono, non possono rispondere a tutti e l’interazione e la relazione che li ha portati a essere “famosi” viene meno a causa della loro stessa fama, del loro stesso lavoro. Hanno lottato per diventare qualcosa attraverso una strada che sono costretti a rinnegare.
Perché ho scritto questo post? Per farvi capire due cose: se scrivete a qualcuno e vi dice di “no” non pensate vi voglia male ma a voi che dite “no” sempre, oppure che non rispondete a nessuno, ascoltate:
L’accessibilità è uno dei segreti dei migliori blogger e opinion leader della rete, osservateli e comprenderete quanto amano e tengano in considerazione il loro pubblico.
Le persone che ci seguono, che ci stimano o che ci criticano meritano la nostra attenzione e una piccola parte del nostro tempo. Se così non fosse, perché avete aperto un profilo pubblico?
MAI fare pesare agli altri i nostri impegni
Anche se siamo pieni di roba, oberati, incasinati non dobbiamo mai farlo pesare agli altri ammorbandoli o ancora meno cambiando il nostro atteggiamento.
Se non riusciamo a gestire gli impegni e il tempo è un problema nostro, non dell’interlocutore.
Grazie ai fotografi Elisa Piemontesi (che nella foto, noterete, è DECISAMENTE meglio di me) e Lorenzo Lucca che hanno la pazienza di seguirmi et fotografarmi con perizia, ironia et cura della mia personcina.