Tutti si lamentano del crollo delle visualizzazioni organiche sulle pagine Facebook ma nessuno sembra essersi accorto del crollo dei profili.
A questo aggiungo che pubblicare su di una pagina e fare numeri, tra parole che non si possono usare, testo, filtri, algoritmi per individuare le nudità… è diventato un terno al lotto, anche pagando.
I motivi, a mio avviso, sono sostanzialmente 2:
1- Le persone si stanno stancando dei social, la bolla si sgonfia.
Finito il boom dovuto alla novità le persone iniziano a dire che su FB non vanno perché “trovo sempre le stesse cose” le stesse 2 anni fa, ma 2 anni fa era una novità spinta dall’entusiasmo.
2- I contenuti sono sempre di più, la platea aumenta ma le ore di presenza sempre meno, quindi i contenuti prodotti devono essere diluiti su di una minor quantità oraria di attenzione complessiva.
Cosa fare, quindi?
Dobbiamo riprendere coscienza che i social sono un mezzo di relazione e non un fine e capire che usarli, BENE, non è da tutti.
Serve nuova educazione e nuova formazione post entusiastica, una presa di coscienza matura su delle piattaforme adulte.
Usarli meno, usarli meglio e guardarsi attorno senza fossilizzarsi su di una piattaforma.
Il grande risveglio di Google, della ricerca e dei blog è dietro l’angolo.
Sono un digital coach un docente e un TEDx speaker: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding.
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