Ieri sera, interno, notte, pizzeria.
Io e la mia signora stiamo aspettando le pizze per poi portarle a casa di amici… e mangiarle.
Mentre siamo li che aspettiamo, io le sono ovviamente vicino, diciamo spalla a spalla. Lei cerca di pagare ed io le sono di fianco, aspettiamo le pizze ed io le sono di fianco.
Tutto normale insomma se non fosse per il fatto che lei ad un certo punto mi guarda e mi dice: “ma stai un po’ più in la! Riesci sempre ad essere quei cinque, dieci centimetri in mezzo ai coglioni”.
Se poi lei non avesse riso compiaciuta per quindici minuti a questa battuta, io saprei anche il perchè sono così in mezzo ai coglioni… sono frustrato.
Casa Vianello…..
verissimo…sembravamo loro…con qualche anno in meno.
te l’ho già detto prima a pranzo…la tua signora è una grande..e la voglio conoscere solo per stringerle la mano!!..siete troppo fuori!..
vale…scusa ma io ho sofferto. ho sofferto moltissimo per questa cosa.
tu non mi puoi deridere così… lo capisci?
5-10? così tanti???
Mi sembra quasi di vedere la scena: LEI avrà telefonato in pizzeria per ordinare, LEI avrà guidato la macchina per andare, LEI sarà andata al bancone per ritirare e infine LEI avrà pagato le pizze. E tu, al suo fianco, con fare ebete e sguardo assente, che pensavi alla prossima cazzata da scrivere sul blog!!!!
Per me LEI è una grande!!!
Io mi offenderei per l’appellativo “La mia signora”, è un modo di dire che sembra, ad un primo momento, elegante ma racchiude un misto di prepotenza maschilista barocca con un velo di antiquato modismo da anni ’50.
Mi fa ridere quello che dice Luciana Littizzetto a tal proposito: “Gli uomini che ti aprono la portiera della macchina? Che ti versano il vino? Che ti pagano la cena? Noooooo. Finisce inevitabilmente che ti chiamano “la mia signora”. E poi mettono anche loro la dentiera nel bicchiere.”
@principessa: mi ci hai seguito scusa?