Avete presente quando si dice “dematerializzazione”?
La dematerializzazione è la conversione di un qualunque documento cartaceo in un formato digitale, fruibile con mezzi informatici, finalizzata alla distruzione della materialità, così da beneficiare dei netti vantaggi di maneggevolezza offerti dalla tecnologia. (Wikipedia)
Ecco, siccome a volte mi trovo a riflettere e a filosofeggiare più sugli aspetti umanistici della tecnologia, che non sui tecnicismi che governano la stessa, una riflessione sorge spontanea.
Siamo tanto abituati a dematerializzare (a parte la Pubblica Amministrazione, ma quelli sono in ritardi cronico) che quando non abbiamo un supporto digitale, cerchiamo di ricostruirne l’immagine e le dinamiche in carta.
Siamo tanto permeati dalla tecnologia, in particolare nelle nuove generazioni dei nativi digitali, che la tecnologia viene … disegnata.
Il seguente disegno, della straordinaria figlia di due carissimi amici che ho incontrato ieri sera, mi ha completamente incasinato il cervello. Lei disegna un iPad! Non disegna sull’iPad, è piccola per averlo, e quindi riproduce le funzionalità di un iPad su un foglio di carta, con tanto di rubrica (l’ho vista io) scritta sul retro del foglio.
C’è da riflettere sui profondissimi cambiamenti che questi oggetti stanno portando nella nostra vita e, in prospettiva, alle generazioni future.
E c’è anche da riflettere sul fatto che in quella rubrica, ci fosse anche il mio numero: la ragazzina ha dei brutti amici…
Rudy ciao,
io penso che comunque rimarrà sempre un “pezzo di carta” in noi.
Cosa voglio dire con questo, che possiamo essere digitalizzati quanto vogliamo ma siamo pur sempre umani e non robot. Siamo diventati bimbi scarabocchiando sulla carta, sui muri di casa e sui vestiti. Non siamo nati con i ping o formati con l’html.
E di questo me ne vanto.
Ciao