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20 Luglio 2012

Grillo, BOT, influencer, politica e social media: Camisani Calzolari tira molto la corda

di Rudy Bandiera

Prima un velocissimo quadro della situazione per avere tutti i presupposti chiari in testa: Grillo è un ex comico oggi politico che ha fondato un movimento che è diventato un partito. Di fatto una macchina da voti con la caratteristica di muoversi solo ed esclusivamente sul Web. Un influencer.
Un BOT, (abbreviazione di robot) si riferisce ad un programma che accede alla rete attraverso lo stesso tipo di canali utilizzati dagli utenti umani, per esempio che accede alle pagine Web, invia messaggi in una chat, si muove nei videogiochi. Una macchina.
Influencer, appellativo molto utilizzato in Rete, è un personaggio che sposta o indirizza le opinioni di qualcuno su molti e svariati campi: si può esserlo per quello che riguarda la politica, la tecnologia, il cibo, l’abbigliamento e via dicendo.
I social media sono i nuovi mondi in cui, che vogliate o meno, ci si muove per trovare il consenso, per vendere prodotti, per prendere voti. E questo si fa anche attraverso o con l’appoggio degli influencer di cui sopra.
Marco Camisani Calzolari è professore allo IULM e fondatore di una società specializzata nella misurazione del reale valore dei social media per aziende e personaggi famosi, la Digital Evaluations. Di fatto un influencer.

Ora, il Camisani ha condotto uno studio secondo il quale, in breve, Beppe Grillo può contare sul supporto di quasi 622mila follower su Twitter, ma poco meno della metà sono persone reali: come a dire che la metà di quelli che seguono Grillo su Twitter sono Robot, macchine, algoritmi, NON umani.
Grillo ovviamente si è incazzato e valuta querele, perchè dietro ad una ricerca che “svela” una cosa di questo tipo si cela la velata supposizione che i followers siano stati “comprati”, pratica meschina e molto in voga ultimamente, che serve ad aumentare aritmeticamente il numero del consenso posticcio. Numeri molto alti che non servono ad un cazzoh, per capirci.

Ora, secondo il quotidiano on-line Linkiesta affidatosi all’epistemologo Paolo Bottazzinilo, lo studio di Calzolari, però, è discutibile sul piano scientifico:

Il fatto che esistano falsi profili di follower, e che siano pure tanti, è un fatto ben noto a tutti coloro che lavorano nel meraviglioso mondo del digitale: basta cercare su Google «acquistare follower» per farsene un’idea. La questione che suscita perplessità nell’operazione di Camisani Calzolari è la pretesa di etichettarla come ricerca scientifica. Nella descrizione della metodologia di indagine il professore spiega che per dare la caccia ai bot è stato usato un bot, al quale sono state consegnate delle istruzioni per distinguere tra i suoi pari e gli utenti umani.
Tra le caratteristiche del comportamento umano appaiono l’inserimento di un’immagine nel profilo, di un indirizzo fisico, di una biografia, l’aver scritto più di 50 post, avere almeno 30 follower, usare la punteggiatura e gli hashtag. Quando non si presentano caratteristiche come queste, il bot sospetta di essere in presenza di un collega. Va da sé che il problema risiede proprio nella formulazione dei parametri, visto che Camisani Calzolari non indica nessun dato, né prelevato dagli Analytics di Twitter né fornito da una ricognizione fondata su interviste, per motivare la scelta. Twitter vanta oltre 500 milioni di utenti registrati, ma meno di 200 milioni sono «utenti attivi» – cioè corrispondono al tipo di parametri indicati nella ricerca.

Il quadro è completo, e credo di poter fare una breve conclusione per capire quello di cui stiamo parlando: Grillo ha messo insieme una macchina del consenso basata su Internet che, se viene a mancare Internet appunto, crolla come un gigante con i piedi d’argilla. Potete dire tutto a Grillo, ma non potete segare il ramo di bit sul quale è seduto, altrimenti s’incazza.
Vi ricordo che come fa notare Skande in questo articolo, all’aumentare della penetrazione della Rete nelle case degli italiani, aumenta anche il numero di voti a Grillo in modo proporzionale. Come a dire, toglietemi tutto ma non il mio Web.
Camisani Calzolari di contro ha accesso a canali divulgativi potentissimi, come Repubblica, e ultimamente pare abbia iniziato una crociata verso i BOT, iniziata con un suo controverso esperimento in cui lui stesso si è procurato i suddetti BOT.
Ora, se facciamo uno più uno, se prendiamo atto del fatto che lo studio “scientifico” di Calzolari in realtà scientifico non è, e se pensiamo che lo stesso Professore ha un’azienda per il monitoraggio del Web, non viene da pensare che Grillo e l’attacco al suddetto siano un ottimo veicolo pubblicitario per se stesso?

Non mi piace Grillo, non mi piace per nulla lui, Casaleggio, ed il modo che hanno di portare avanti il loro partito, ma trovo magnifico il movimento e l’idea fondante. Non credo che Grillo, con tutti i suoi difetti, abbia bisogno di comprare followers. E’ uno dei pochi, in Italia, che non ne ha proprio bisogno. Lui ha bisogno di voti e i BOT non votano.
Vedo molto più probabile fare un’operazione di crawling su un profilo, per pubblicizzare se stessi e la propria azienda, parlando di risultati che non sono certi ma che sono comunque autorevoli.

Il mondo del Web, negli ultimi mesi in particolare, si è diviso in due: chi è un influencer o definito tale, e quelli che cercano di demolire gli influencer. A volte a torto e a volte a ragione.

Adesso sta a voi scegliere, in questo caso, da che parte schierarvi.

Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)

12 Comments

  1. Fabrizio Faraco
    20 Luglio 2012 at 11:22

    Rudy, ottimo articolo. La polemica sulla realtà del web e dei social media soprattutto dopo le vittorie di grillo è sospetta. Soprattutto se viene dalle colonne di un giornale schierato politicamente come Repubblica. Sulla scientificità piuttosto che il Prof. Calzolari consiglierei di leggere ricerche più autorevoli sia per metodologia che per fonte. Mi riferisco a quanto fa da parecchi decenni l’Eurisko. Consiglio tutti di leggere quanto pubblicato.

  2. braccinocorto
    20 Luglio 2012 at 13:19

    Esistono anche squadre di bot che ti followano in maniera autonoma, senza che tu debba comprarli. La Repubblica sta chiaramente usando l’articolo per far passare l’idea dell’acquisto. Mentre potrebbe far ‘analizzare’ i suoi 500k follower, così, per curiosità. Per vedere come giustificherebbero i bot che seguon loro.

  3. Marco.Minghetti
    20 Luglio 2012 at 15:53

    Interessante, ho aggiunto il link alla discussione in corso su la lobby degli influencer: http://ow.ly/cnzDH

  4. Rudy Bandiera
    20 Luglio 2012 at 15:56

    @ Marco.Minghetti:
    grazie

  5. vagabond
    21 Luglio 2012 at 23:11

    I FASCISTI usavano l’olio d ricino, i GRILLINI gli attacchi web, cambiano i tempi ma nn i modi barbari e violenti!!! Piccoli dittatori crescono, come sempre in questi casi c’è una massa di IDIOTi che gli vanno dietro come pecore al gregge!!!!

  6. Merlinox
    22 Luglio 2012 at 23:39

    Eviterei di chiamare Grillo politico, in quanto non si è mai presentato – correggetemi se sbaglio – ad una pubblica votazione. Ricordo che il 5 stelle è un movimento formato da liste civiche indipendenti.
    Anzi sarebbe da valutare la scritta “beppegrillo.it” sui loghi di partito, in quanto effettua pubbliche affissioni senza pagare gli oneri pubblicitari per chi effettua pubblicità di siti commerciali.

    ps: Rudy prova a fondare un partito e scriverci NetPropaganda e vedere quanti secondi ci mettono ad arrivarti in casa…

  7. Luca Solarini
    25 Luglio 2012 at 20:45

    “se prendiamo atto del fatto che lo studio “scientifico” di Calzolari in realtà scientifico non è”
    ??????
    Chi te l’ha detto? perché lo affermi con certezza? chi sei per farlo? E’ una bufala!!! leggi qui cosa dice il Prof. Francesco Sacco:

    TWITTERGATE: SACCO; ANALISI CORRETTA, SI DISCUTA SUI DATI
    IL PROF BOCCONI HA VISIONATO CAMPIONE GRILLO; 1% MARGINE ERRORE
    (ANSA) – LONDRA, 25 LUG – “Abbiamo visionato uno per uno i
    presunti falsi del campione riferito all’account di Beppe Grillo
    e il margine di errore è basso, intorno all’1%. Quindi
    l’analisi c’é”. A parlare è Francesco Sacco, professore
    presso l’università Bocconi, dipartimento Management e
    Tecnologia.
    “Mi piacerebbe – dice all’ANSA – che il web fosse uno spazio
    civile dove si dibatte e non attacca a livello personale. Detto
    questo, non esiste la metodologia perfetta. Pensiamo a Blade
    Runner: trovare i replicanti era un’arte”. L’importante dunque
    é l’approccio e Sacco ha insistito perché questa volta i dati
    ‘crudi’ della ricerca sugli account dei politici fossero
    pubblicati in toto così che ognuno potesse svolgere una contro
    verifica. “Facciamo una scommessa: in quanti si prenderanno la
    briga?”. E la polemica che si è scatenata. “I risultati
    possono non piacere. Ma ripeto, l’analisi c’é. E io non sono
    uno schierato”. (ANSA).
    http://www.linkedin.com/pub/francesco-sacco/0/a0/498

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