Uno studio di McAfee ha fatto luce su 2 fatti inquietanti in riferimento alla pubblicazione di foto di bambini online:
- Il 30% dei genitori pubblica sui social media una foto o un video del proprio bambino almeno una volta al giorno. 1 su 3, OGNI giorno.
- Il secondo fatto, se possibile, è ancora più inquietante: quasi il 60% dei genitori non prende nemmeno in considerazione se il figlio è d’accordo o meno sulla pubblicazione della propria immagine.
Questa è una cosa che non mi stancherò mai di dire: come genitori iniziamo a pubblicare in loop i nostri figli sui social, i suddetti cresceranno con stampato in testa il concetto in base al quale la loro immagine è stata condivisa e quindi “utilizzata” da altri senza il loro esplicito benestare.
Cresceranno quindi con l’imprinting educativo secondo cui la loro immagine non è di fatto loro, se altri (i genitori) l’hanno usata senza chiedere il permesso quindi, di conseguenza, loro non si sentiranno “culturalmente” tenuti a chiedere il permesso per utilizzare e condividere immagini di terzi, quando saranno adulti.
Pochi giorni fa mi è stata detta una frase che mi ha fatto riflettere:
i nostri ragazzi li possiamo educare SOLO in UN modo, ovvero con l’esempio.
Non abbiamo altre strade, in effetti.
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Sono un docente, divulgatore, consulente e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 3 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma e Condivide et Impera.
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