Ogni tanto mi tocca fare un bel post, un post cazzuto, altrimenti mi si prende solo per un imbecille e basta… ecco il post cazzuto.
Identità digitale, l’insieme delle informazioni e delle risorse concesse da un sistema informatico ad un particolare utilizzatore del suddetto: di fatto l’identità digitale non è altro che il nostro alter ego in bit, il “noi stessi” proiettato nel computer.
Come nel mondo reale infatti anche nell’universo dei bit noi abbiamo una identità, siamo qualcuno, e lo capiamo ogni volta che facciamo il login cioè che entriamo in un servizio, scrivendo il nostro nome utente e la nostra password.
Il problema delle identità digitali è che ne abbiamo tantissime, ne abbiamo generalmente una per ogni servizio che usiamo: ne abbiamo una quando entriamo sul sito della banca, una per la posta elettronica, una per Twitter, una per Facebook e così via.
Ma come fare per unificarle tutte ne più ne meno come accade nella vita reale? In fondo tutti noi, nella vita siamo sempre e solo una persona a prescindere da quale servizio usiamo o da che luogo stiamo frequentando in quel momento.
Una risposta a questa domanda si è cercata di darla con il sistema Open ID, che è un meccanismo di identificazione nel quale la propria identità è un URL (un indirizzo Internet in pratica) e può essere verificata da qualunque server supporti il protocollo proprietario.
Ma si sa, come spesso accade per quello che riguarda i cambiamenti che coinvolgono miliardi di persone e protocolli standard da imporre, non sono le aziende a decidere ma il mercato.
Ecco che, in maniera quasi inaspettata, sta nascendo un nuovo modo di identificarsi in molti, in moltissimi siti Web: l’account di Facebook.
In pratica molti siti offrono servizi solo ad utenti “riconoscibili” o riconducibili ad una identità digitale: per fare questo, e per non ammorbare il probabile cliente/usufruttuario del servizio con noiose registrazioni, si usa l’identità di Facebook, quasi sempre sicura, già pronta ed accessibile.
Ecco allora che sempre più spesso ci si trova ad entrare in portali-siti-blog che offrono servizi solo (o anche a chi) si “logga” con il proprio user di Facebook, il quale a sua volta cambia nuovamente forma: nato come semplice aggregatore di persone che si erano banalmente perse di vista, è quasi diventato un motore di ricerca (o aspira ad esserlo) visto che si possono trovare gruppi e pagine su ogni argomento ed ora l’ultimo colpo di coda di Facebook, il gigante di Mark Zuckerberg; se si imponesse come standard diventerebbe il primo e vero gestore e possessore di tutte le identità presenti online, con il traino evidente di problemi legati alla privacy ed al controllo dei dati sensibili.
Se già oggi infatti il social network ha un potere straordinario grazie a foto, film e pensieri di tutti noi albergati nei suoi database, in futuro potrebbe anche essere l’unico detentore e possessore di molto di più dei nostri dati sensibili: sarebbe possessore di noi stessi.
“Se già oggi infatti il social network ha un potere straordinario grazie a foto, film e pensieri di tutti noi albergati nei suoi database, in futuro potrebbe anche essere l’unico detentore e possessore di molto di più dei nostri dati sensibili: sarebbe possessore di noi stessi.”
Per certi versi sarebbe una tragedia, ma questa babilonia di account non è da meno. Certo, l’idea di un protocollo id sovranazionale non sarebbe da scartare, ma ritengo dovrebbe venire da un organismo istituzionale a livello mondiale. Chiunque navighi nel web dovrebbe averne uno e prendersi le sue responsabilità, proprio come avviene nella vita reale.
e se uno ti becca la password di facebook?!
secondo me centralizzare tutto non è un’ideona.. è comodo, sì, ma anche molto rischioso!
e poi non ho capito bene la cosa di openID, chiedo lumi: io ho, associato alla mia identità, un URL; questo URL è ad esempio un dominio a me intestato (e quindi “sicuro”)? Altrimenti di che URL si tratta, e come funziona la fase in cui si associa una persona ad un url?!
@ Potty DJ:
“e se uno ti becca la password di facebook?” Sono cazzi!
E se uno oggi ti clona la carta di credito?
Cioè diciamo che i rischi ci sono sempre ma in questo caso sono molti di più perchè Facebook non è nato per questo e quindi il suo grado di sicurezza è relativamente basso.
L’identità unica secondo me è un fatto verso il quale si va, che sia Facebook ad amministrarla non mi lascia tranquillo.
Per quello che riguarda la sicurezza riguardo all’identità dai un occhio qua: http://www.boraso.com/futuro/google-vs-microsoft-scontro-sull-open-id.html