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04 Giugno 2013

Dare un valore al lavoro sui social media ed il caso del M5S di Rieti. #SMM

di Rudy Bandiera

In questi giorni ne hanno scritto un po’ tutti ma quello che ne ha scritto meglio di tutti è certamente Francesco Lanza, il quale in questo articolo spiega perfettamente la questione sulla quale spendo due parole a mia volta: “Andai a trovare un’azienda che mi aveva cercato, perché qualcuno aveva parlato bene di me. Volevano un bel sito. Di fronte alla mia analisi e al mio preventivo, il titolare mi rispose con quella frase che vedete nel titolo: “Mio nipote mi ha detto che con 50 euro me lo fa“.

La parte di concetto che maggiormente mi entusiasma è quella del “tanto è semplice e sono tecnicamente in grado di farlo tutti“. Come dice Francesco, tecnicamente lo sono tutti infatti, così come è alla portata di tutti saldare due pezzi di ferro. Il problema è: riesci a saldarli senza compromettere la struttura?

Il Movimento 5 Stelle di Rieti ha diffuso un comunicato stampa, ergo una comunicazione “aperta” verso la comunità, nel quale si legge quanto segue:

“Apprendiamo che con determina n. 709, dell’ 11.04 2013, il Comune di Rieti ha tra le sue priorità quella di aprire un profilo Facebook per il progetto denominato “EuRieti”, per la promozione in tutto il mondo della Città di Rieti.
Ovviamente non è questo che ci meraviglia, anzi, condividiamo l’iniziativa, ma restiamo perplessi di quanto si arrivi a spendere per realizzare il logo e gestire questo profilo, affidato per la modica somma di € 3.550,00 iva inclusa, da maggio a dicembre, ad una professionista dei social network, Enrica Gissi, con sede a Bologna.
Pensiamo sia chiaro quanto sia facile saper utilizzare un profilo sul social network Facebook ed è per questo che troviamo assolutamente ingiustificata la spesa per l’incarico assegnato.”

Prima di tutto voglio esprimere tutta la mia stima e solidarietà ad Enrica Gissi, anche se non la conosco, per essere stata oggetto di una presa di posizione del tutto ingiustificata.
E poi, 3550 euro lordi sono 443,75 al mese, e cioè 366,74 + IVA, netto dal quale poi vanno tolti gli altri contributi. In tasca circa 150 euro al mese.
Se il lavoro viene fatto con cognizione di causa, con coscienza, con cura per i contenuti, con risposte pronte e serene agli utenti, 150 euro al mese, sono tanti?

Tutti pensano di essere in grado di fare tutto quello che fanno gli altri e di essere in grado di farlo meglio. Diceva il grande saggio Bukowski che in America tutti pensano di poter fare gli scrittori. Non i meccanici o gli idraulici, no no, gli scrittori.
Tutto il mondo è paese, e la comunicazione è un mestiere complesso, enormemente complesso, che non tutti sono in grado di fare. Se il M5S di Rieti ritiene sia facile gestire la comunicazione (non si tratta di scrivere dei thread idioti su Facebook, ma di comunicare con degli elettori) senza bisogno di un professionista, che lo faccia. Ma se si “compra un know-how” lo si deve pagare.

Scrivevo tempo fa, in riferimento allo “scandalo Groupalia” avvenuto durante il Terremoto in Emilia dell’anno scorso: “Dobbiamo smettere di pensare che tutti, ma proprio tutti, possano fare i social media manager o usare i social in modo corretto e funzionale.
Usare i social, farlo per mestiere, è un lavoro duro per il quale ci vuole impegno, dedizione, tempo e passione. Non è una cosa che possono fare tutti, come fare il pittore o il matematico non è una cosa che possono fare tutti.
Usare i social è un mestiere, e come tale deve essere strutturato, adeguatamente pagato e fatto secondo delle regole e dei canoni di sensibilità comuni a tutti.”

Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)

12 Comments

  1. Marina
    4 Giugno 2013 at 10:17

    Concordo con quello che dici, soprattutto con: “Usare i social è un mestiere, e come tale deve essere strutturato, adeguatamente pagato e fatto secondo delle regole e dei canoni di sensibilità comuni a tutti.” Bisogna fare capire alle persone che lavorare online non significa cazzeggiare e che anzi, spesso non ci sono orari e si rimane fin troppo sul pezzo. Ma questo sta a noi professionisti farlo capire.

  2. Gionny
    4 Giugno 2013 at 11:56

    @ Marina:
    Sì, ma perché pagare, guarda caso, colei che ha gestito la campagna elettorale del Sindaco di Rieti ?
    E’ un caso ?

    Perché non pagare un reatino, visto che conosce meglio la città rispetto ad un bolognese e visto che a Rieti la disoccupazione è a livelli peggiori della Calabria ?

  3. Rudy Bandiera
    4 Giugno 2013 at 13:51

    @ Gionny: si, allora il punto non è il “pagare”

  4. ardu
    4 Giugno 2013 at 13:58

    Geniali, tutti possono fare il mestiere di tutti, bocche larghe senza rispetto del prossimo

  5. Marina
    4 Giugno 2013 at 13:59

    @Gionny Stiamo parlando di cose diverse: non entro nel merito del “chi”, rispondo al fatto che l’affermazione “Pensiamo sia chiaro quanto sia facile saper utilizzare un profilo sul social network Facebook” sia una cavolata pazzesca. Creare una strategia di comunicazione sui social non è banale (si vede anche dagli epic fail di certe aziende…) e il lavoro che c’è dietro deve essere pagato il giusto.

  6. Luca
    4 Giugno 2013 at 15:46

    @ Gionny: ma ti sei chiesto che forse abbia scelto lei perché ha dimostrato di essere BRAVA nel suo lavoro, dato che ha contribuito all’elezione del sindaco?
    Preferivi che i soldi li desse a sua nipote?

  7. diego
    4 Giugno 2013 at 16:24

    Ciao. 150 euro possono essere pochi o troppi, dipende da come viene affrontato il lavoro. Pochi se è una traduzione in 4 lingue in cui l’accesso è di svariare ore, magari al giorno, troppi se imbastisco il tutto in un paio di giornate e poi mando qualche post fra un aperitivo e l’altro dal mio smartphone Manca un concetto fondamentale ed è che le istituzioni, che usano denaro pubblico, devono giustificare chi, quanto e perchè. Io non centro nulla con Rieti ma mi pare che nei vostri ragionamenti manchi un attore fondamentale che si chiama “responsabilità della pubblica amministrazione nella corretta gestione degli interessi dei cittadini”. Io cittadino ho il diritto/dovere di chiedere e l’istituzione ha il dovere di rispondermi. Col lo sport del “dagli al grillino” vi state fregando con le vostre mani. E’ questo il male degli italiani, ormai solo un popolo di pettegoli e presuntuosi.

  8. Rudy Bandiera
    4 Giugno 2013 at 16:27

    @ diego:
    lo sapevo che alla fine qualcuno tirava fuori la politica che qua, ovviamente, non c’entra nulla. Ma va beh

  9. diego
    4 Giugno 2013 at 16:39

    @ Rudy Bandiera: la politica con le istituzione c’entra eccome… poi scusa, l’hashtag #M5S l’hai messo tu.

  10. Rudy Bandiera
    4 Giugno 2013 at 16:50

    @ diego:
    a dire il vero io ho messo l’hashtag #SMM che vuol dire social media marketing, ma fa niente. Il punto è che non è il M5S ad avere una “colpa” ma un sistema fatto da persone che non sono in grado di dare un valore alle cose. Se fosse stato PDL o PD sarebbe stato uguale.

  11. diego
    4 Giugno 2013 at 17:36

    Hai ragione sull’ hashtag. Chiedo scusa.

  12. Rudy Bandiera
    4 Giugno 2013 at 17:41

    @ diego:
    figurati, nessun problema!



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