Qualche giorno fa sono andato a mangiare il pesce ad una sagra con la Principessa Leila, la quale mi ha fatto notare una cosa che avevo notato pure io ma che non ero mai riuscito a focalizzare abbastanza per scriverne due righe: gli uomini, quando si incontrano tra loro, tendono a percuotersi il ventre in segno di reciproca stima e per simboleggiare il proprio benessere.
Fateci caso: se due uomini si trovano dopo un bel po’ di tempo che non si vedono il loro atteggiamento è sempre lo stesso, ovvero si danno la mano da vecchi amici, non “in basso” in modo formale ma in alto come i ccciovani, si danno un paio di guanciate che è la cosa più virile che si possa fare avvicinandosi al bacio, e poi si dicono: “allora? A te come va?” e l’altro, percuotendosi il ventre “mah bene, guarda qua!“.
In un modo o nell’altro, uno dei due si percuote sempre, dicendo cose del tipo “vedi il benessere?” oppure, con sornione fare soddisfatto “sono un po’ ingrassato” o ancora, con palese soddisfazione ” sembro un verro“, come se assomigliare ad un verro fosse un mirabile punto di arrivo.
Probabilmente, vedendo la cosa da un punto di vista antropologico, si tratta di un retaggio del tempo in cui chi aveva la panza piena viveva e chi l’aveva vuota no, quindi l’uomo (ancorato al suo passato di cacciatore carnivoro e truce) si sente ancora in diritto/dovere di mostrare la propria otre da lattonzolo come segno inequivocabile di salute, benessere e serenità.

E adesso, percuotiamoci.