Conoscete per caso Second Life, il mondo virtuale 3D in cui tutto è possibile seguendo le stesse regole della vita reale? No? Vi spiego in due parole.
Second Life è un Metaverso nato nei primi anni 2000 dal cervello di Philip Rosedale che per primo è riuscito a realizzare un mondo interamente virtuale e funzionante.
Le complesse attività che si svolgono in SL sono regolate da tempi e da dinamiche molto simili a quelle del mondo reale: esiste una moneta comune per tutti che è il Linden Dollar, esiste un software editor che da la possibilità di costruire oggetti, vestiti, case o strutture di ogni tipo, così come con i soldi si possono comprare auto ed accessori, esattamente come nella vita reale.
I Linden possono poi essere convertiti in vero denaro, in dollari americani, quindi si tratta di un mondo dove la possibilità di guadagnare è tangibile e alla portata di tutti.
Grazie a un software che si occupa di proiettarvi all’interno del mondo virtuale di SL, si genera il proprio Avatar, ovvero il proprio alter ego digitale, che sarà il nostro “personaggio” all’interno del Metaverso.
Il suddetto avatar potrà essere personalizzato a nostro piacimento con migliaia di combinazioni estetiche, per poterlo rendere più simile a noi o più simile a quelle che vorremmo essere.
Il mondo sintetico è suddiviso in “land” ovvero in appezzamenti di terreno più o meno edificati e più o meno popolati: ci possiamo spostare volando, a piedi o addirittura teletrasportandoci, da una land all’altra e possiamo interagire con gli altri avatar come faremmo nella vita “normale”, quindi possiamo parlare, possiamo fare affari o, paradossale ma vero, possiamo fare l’amore. L’unica cosa bizzarra, bizzarra davvero, è che non possiamo morire.
Possiamo produrre oggetti e venderli, possiamo comprare terreni ed edificare, possiamo giocare a poker piuttosto che vestirci da Superman o da cavallo e scorrazzare per il mondo digitale.
Possiamo fare tutto e di più di quello che possiamo fare nella vita.
Se teniamo presente che questa NON è la vita ma è un mondo digitale, è davvero da escludere che il Web 3D diventi una componente fondamentale del Web di domani o Web 3.0?
A mio parere no.
Ammettendo che SL evolva, o al suo posto esca un nuovo e più evoluto sistema che permetta ancora più interazione e che sposti l’interazione anche nel mondo reale, non si potrebbe intravedere una opportunità di marketing legata all’Internet della cose in abbinamento al Web 3D?
L’internet delle cose è una evoluzione dell’Internet che oggi conosciamo in cui gli oggetti anche di uso comune, sono in grado di interagire tra loro ed accedere alla Rete e a tutti i dati in essa contenuti, per poter acquisire “l’intelligenza” necessaria a svolgere compiti complessi.
Oggetti che parlano tra loro, su protocolli comuni, e che si scambiano informazioni, anche riguardanti noi.
Se potessimo gestire il nostro frigo, la sveglia di casa, il citofono, il televisore e il decoder, il computer a casa e in ufficio, l’allarme satellitare, la scatola nera dell’auto e tutto a distanza e attraverso un avatar che ci rappresenta nel mondo virtuale, sarebbe così scomodo, o impossibile o fuori dalla nostra portata tecnologica?
Io non credo, e penso che la fusione di alcune tecnologie, alcune delle quali oggi sono da noi considerate obsolete come il Web 3D, potranno domani diventare la vera evoluzione 3.0 del nostro Web.
Da parte mia, come vedete dalla foto, mi tengo allenato ;)