Una ricerca di Ampere Analysis su 9000 ragazzi palesa una incredibile tendenza ad “inversione” di utilizzo dei social network: nel 2016 erano 66 su cento a sostenere che ”i social sono importanti per la mia vita” e nel 2018 la percentuale è calata al 57%.
Chi ha più di 45 anni, ovvero non è propriamente un nativo digitale, fa il percorso opposto: solo nell’ ultimo anno gli entusiasti dei social sono passati dal 23 al 28%.
“VOGLIAMO USARE MEGLIO IL NOSTRO TEMPO” dicono molti ragazzi giovani intervistati.
“VOGLIAMO USARE MEGLIO IL NOSTRO TEMPO”, ripeto.
Siamo, e l’ho sempre sostenuto, su di una china: i ragazzi di oggi vivono un mondo che per noi non è mai esistito se non oggi, quindi per tutti, questo mondo, è una novità.
I giovani hanno di che insegnare a noi quanto noi a loro e per la prima volta nella storia la nostra “esperienza di vita” ha un valore ridotto rispetto a quello che è sempre stato ed è paritaria a quella dei ragazzini.
Che siano i ragazzi ad insegnarci qualcosa di utile? Che siano loro ad invertire una tendenza all’abuso che francamente, dalla tavola, a qualunque situazione sociale, è diventata intollerabile?
Forse loro, che sono nuovi a questo mondo quanto noi, stanno capendo che nelle cose ci vuole equilibrio, quell’equilibrio che noi adulti abbiamo perso. Speriamo, sono fiducioso.
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Sono un docente, divulgatore, consulente e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 3 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma e Condivide et Impera.
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