La “teoria delle finestre rotte” sostiene che il “disordine urbano” genera ulteriori comportamenti anti-sociali.
La teoria afferma che reprimere i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, la SOSTA SELVAGGIA o l’evasione nel pagamento di mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce l’insorgere di cose più “pericolose”.

Nel 1969 il professor Philip Zimbardo (che io ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere e di condurre al Tedx di Roma) lasciò due auto identiche abbandonate in strada, una nel Bronx, zona povera di New York, l’altra a Palo Alto, città ricca e tranquilla della California.
L’automobile abbandonata nel Bronx cominciò ad essere smantellata, perdendo le ruote, il motore, gli specchi, la radio, e così via; al contrario, l’automobile abbandonata a Palo Alto rimase intatta. In tali casi è comune attribuire le cause del crimine alla povertà.
Dopo una settimana, durante la quale la vettura abbandonata nel Bronx era stata completamente demolita mentre quella a Palo Alto era rimasta intatta, i ricercatori decisero di rompere un vetro della vettura a Palo Alto assistendo alla stessa dinamica di vandalismo che avevano registrato nel Bronx.
L’esistenza di una finestra rotta (da cui il nome della teoria) potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere una finestra o un lampione dando così inizio a una spirale di degrado urbano.
Tutto preso da Wikipedia per dire una cosa molto semplice: è dalle piccole cose che si comincia a sistemare quelle più grandi.
Siamo abituati a reagire, in caso di micro-reati, con la frase “ma con tutto quello che succede, proprio a me vieni a dire qualcosa?”. È il tipico atteggiamento benaltrista applicato a noi stessi, a noi tutti.
Ognuno di noi deve comportarsi, molto semplicemente, come vorrebbe che si comportassero gli altri: se si inizia con “non lo faccio, tanto non lo fa nessuno” oppure “lo faccio pure io, tanto lo fanno tutti” ci si avvita in una spirale molto rischiosa.
Una sola regola: ognuno deve comportarsi come vorrebbe si comportassero gli altri.