Ci siamo ormai abituati a dover fare i conti con un mondo nuovo, un mondo nuovo e diverso per il quale -forse- non siamo abituati e nemmeno, paradossalmente, stati creati.
Non è una novità che la Lombardia ha stanziato budget per acquistare delle telecamere da installare negli asili che ne faranno richiesta, in seguito agli ultimi casi di cronaca i maestri, casi che negli anni si sono ripetuti anche se in forme diverse.
Di certo molti di noi, me compreso, avranno pensato che sia giusto visto il numero sconcertante di brutti fatti che avvengono negli asili, ma fa anche riflettere su di una cosa: a causa delle classiche poche mele marce stiamo sacrificando molta della nostra privacy ma questo è giusto fino a quale misura?
Negli asili avviene qualcosa di brutto e mettiamo delle telecamere per impedirlo in futuro. Nelle strade avviene qualcosa di brutto e facciamo la stessa cosa agli incroci fino a quando, spaventati dalla violenza domestica, non metteremo delle telecamere in casa, per impedirla in futuro.
Personalmente sono favorevole ad un controllo tecnologico nella disciplina delle masse, visto che la nostra società ha raggiunto un livello di complessità stratificata tale da non essere più facile da gestire, ma dobbiamo anche iniziare a pensare a dei limiti oltre i quali non spingerci e lo dobbiamo fare ora che siamo in tempo.
C’è anche un altro aspetto: tecnologizzando ogni cosa, mettendo tutto in Rete e deificando Internet e la condivisone dei dati come unica forma di catarsi, si lascia spazio aperto ai malintenzionati digitali, chiamiamoli hacker per comodità divulgativa, che possono avere accesso, virtualmente, a tutto e tutti.
Si perché ci dobbiamo ricordare sempre che queste cose le facciamo con relativa leggerezza: i circuiti di dati non sono sicuri così come i canali in cui si muovono gli stessi.
La nostra rete ferroviaria, negli scambi in particolare, è gestita con sistemi vecchi di 20anni: pensiamo forse che vecchio sia sinonimo di sicuro, in informatica? E pensiamo che i sistemi nelle scuole saranno gestiti con tecnologie e con personale all’avanguardia? Forse si ma… ma forse no.
L’etica è sapere la differenza tra ciò che si è in diritto di fare e ciò che è giusto fare. Potter Stewart
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Sono un docente, divulgatore, consulente e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 3 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma e Condivide et Impera.
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