Le persone NON danno valore al digitale e alle cose che lo riguardano e si SCANDALIZZANO se sono da pagare.
Da qualche tempo Spotify ha bloccato l’App “gemella” che permetteva di ascoltare tutti i brani di Spotify gratis, generando di fatto una rivoluzione di persone che si sono indignate per il fatto di DOVER PAGARE 10 euro al mese per ascoltare la musica illimitata.
A parte che penso siano stati gli stessi che si sono arrabbiati per i 2 cent al sacchetto per la frutta e verdura, ma in ogni caso questo accade per un motivo semplicissimo: siamo abituati alle cose gratis online, e pagarle (anche poco) ci sconcerta. Riteniamo un DIRITTO il poter accedere ai servizi prodotti da aziende.
Questa è colpa nostra, che non capiamo che quando le cose sono gratis vuol dire che il prodotto siamo noi e in nostri dati hanno un valore MAGGIORE del servizio che ci danno, ma è anche colpa delle aziende che ci hanno abituati al “pirataggio“ per creare degli standard de facto da valorizzare una volta consolidati.
Vedi Adobe o Microsoft o la stessa Spotify … Si sono girate dall’altra parte solo per imporsi in seguito come standard e diseducando la popolazione digitale che oggi si scandalizza per il fatto di dover pagare ma rimane, allo stesso tempo, inconsapevole del valore dei propri dati.
Sono un docente, divulgatore, consulente e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 3 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma e Condivide et Impera.
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Le 7 regole per vivere online | TEDxBologna | Rudy Bandiera
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