I social sono uno strumento potente ma non tutti sanno come usarli. Prima di scrivere sui social, bisognerebbe pensare a cosa si sta scrivendo, in che tono si sta scrivendo e riflettere che ciò che leggono i tuoi amici,
lo possono leggere anche altre persone esterne che si stanno facendo un’opinione su di te.
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Ecco come i social ti possono far trovare o cambiare lavoro.
Voi direte “Ah beh certo, vado su LinkedIn, scrivo la mia bella pagina profilo, con scritto tutto quello che ho fatto, le aziende per cui ho lavorato, quello che so fare, le recensioni da parte degli altri – anche se non si chiamano recensioni, non mi viene la parola in questo momento – e ho fatto tutto quello che dovevo, del resto posso cazzeggiare, scrivere stupidaggini o fare qualunque cosa io voglia, perché i social sono miei”.
Partiamo da lontano, negli Stati Uniti è sempre più consuetudine richiedere ai viaggiatori verso gli Stati Uniti i propri profili e account social, non è ancora obbligatorio, è facoltativo per chi viaggia per periodi sotto i 180 giorni ma comunque non è strano che ti richiedano i tuoi account social per andare a controllare chi sei, che cosa fai, cosa scrivi, dove vivi, chi frequenti eccetera.
Se ci pensate, non c’è niente di strano, nel senso che comunque quello che tu scrivi sui social è quello che tu sei al di là dei documenti. I documenti denotano e connotano la tua identità, ma chi sei è tutta un’altra cosa rispetto all’identità.
Bene, nel mondo del lavoro la cosa è ancora più evidente e ancora più centrale, nel senso che non dobbiamo pensare che basta compilare un bel curriculum su LinkedIn per far si che le persone arrivino e ci assumano o ci chiamano per un altro lavoro.
Il mio socio Skande dice sempre una cosa: “Voi vedete LinkedIn come un curriculum, invece dovete vederlo come una landing page”. La struttura della vostra landing page, cioè la vostra pagina d’atterraggio in cui le aziende o i recruiter verranno a vedere chi siete, cosa fate, che lavoro avete fatto è importantissima, ma è una piccola parte di quello che dovete fare, perché una landing page, per sua natura, ha bisogno di luoghi che possiamo chiamare call to action, chiamate all’azione esterne che portano le persone sulla tua landing page, sulla tua pagina, sul tuo profilo, sul tuo curriculum.
Se tu non fai niente all’esterno, nessuno arriverà sul tuo profilo. Aggiungo una cosa, sempre più spesso le persone che, anzi ormai è così, le persone che cercano personale fanno annunci, dopo di che vanno a vedere sui social quello che le persone scrivono davvero in riferimento alla loro quotidianità.
Ora pensate che se qualcuno che sta cercando personale, trova qualcuno che non fa altro che lamentarsi del governo, del caldo, del freddo, del bello, del brutto, dei cattivi, dei buoni, lo assuma? Se io mi trovo di fronte a qualcuno che dice di essere uno straordinario programmatore php, sto facendo un esempio, ma che è anche un gran rompicoglioni, lo assumo? Mi sa di no. Perché probabilmente vado a cercare qualcuno che sia meno rompipalle, rispetto ai miei canoni ovviamente, e che sia ugualmente bravo e sono certo che lo troverò.
Ormai il recruiting si fa sui social e i social ti possono aiutare a trovare lavoro esattamente come i social ti possono impedire di entrare negli Stati Uniti se sei qualcuno che non deve entrare negli Stati Uniti. Questo ci mette di fronte ad una condizione piuttosto strana, per esempio oggi non avere un profilo social da nessuna parte è veramente raro e non averlo da nessuna parte ci mette nella condizione di essere quasi in dovere di scusarlo, io non sto dicendo che questo sia bello o brutto o tanto meno giusto, però è un fatto, è così.
Allora, quando utilizzate i social, dovete utilizzarli sempre come se qualcuno di esterno, al di fuori dei vostri amici, li vedesse e li leggesse con interesse particolare, allora lì si che riuscirete a trovare lavoro. Certo, se non vi interessa cambiare lavoro o trovare lavoro, ma quello che vi interessa è solo lamentarvi del governo, del bello, del brutto, del caldo, allora fate quel cazzo che volete ma state sbagliando tutto.
Rock & roll.
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Sono autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione: power creator, docente e gamer, Rudy Bandiera è il mio VERO nome.
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I libri che ho scritto:
Giugno 2014: Rischi e opportunità del Web 3.0
Maggio 2015: Le 42 Leggi universali del digital carisma
Maggio 2017: Condivide et impera
Marzo 2019: CREA contenuti efficaci
Di seguito alcuni link per ascoltare altri miei contenuti, su canali un po’ meno consueti.
Audible: “Vita da web”: http://bit.ly/2Zze86B
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