Smart Working e telelavoro: coloro che sono “impegnati” con l’azienda vogliono andare in ufficio almeno due terzi del tempo. Coloro che sono meno coinvolti si sentono a proprio agio a lavorare da casa.
Le parole sono di Sandeep Mathrani, CEO di WeWork, durante il Future of Everything Festival del Wall Street Journal.
Diciamo che è molto probabile che che ci possa essere un minimo di interesse personale dietro queste osservazioni, ma fanno riflettere almeno per il fatto che sono in moltissimi a pensarlo anche se pochissimi a dirlo pubblicamente.
Personalmente penso non sia corretto e la propensione al remoto piuttosto che alla presenza dipenda da moltissime variabili che vanno al di là dell’impegno con l’azienda, come la capacità di relazionarsi e la voglia di farlo, la capacità di organizzarsi e la voglia di farlo, l’azienda per la quale si lavora, la modalità di remotizzazione (sappiamo che smart working e telelavoro sono cose diverse) e molte altre cose che rappresentano in toto le soft skill.
Voi cosa ne pensate? Se volete ne discutiamo qui.
Iscriviti alla Newsletter: eventi, formazione ed eBook gratuiti per te