Aspettando il mio trancio di pizza, in una pizzeria vicino all’uffizio di NetPropaganda, ho avuto modo di assistere a una discussione che mi ha del tutto sconcertato.
Mi sono perso l’inizio del discorso ma i passaggi che ho ascoltato sono stati indicativi di molte cose.
Lui:
Non mi frega un cazzo. Loro sono così, anche da piccoli. Sono ladri schifosi. Sono proprio diversi, hai capito? E a casa loro gli tagliano le mani!
Lei:
Eh no però, sei un po’ razzista. Cosa vuol dire se la gli tagliano le mani scusa? Pensa quando tuoi figlio dirà che il suo migliore amico si chiama Alì. Cosa farai poi?
Lui:
No, non succederà mai. Io glielo dico sempre a mio figlio che lui non deve avere amici tra quella gente li.
Ecco fatto. Il seme è piantato. Il figlio di Lui sarà per sempre un razzista, senza nemmeno saperlo e senza sapere il perchè. Un razzista immotivato e inconsapevole.
Questa mattina ho sentito una frase per radio che si correla perfettamente con questo discorso ed era la seguente:
“diventiamo cattivi quando iniziamo a supporre di essere meglio degli altri”.
Se un padre insegna a suo figlio che NON deve avere amici tra chi è “diverso” senza nemmeno conoscere, senza presupposti concreti e senza nemmeno parlare con chi diverso poi non è, il seme è piantato e la speranza è persa.
Non mi sono poi gustato molto la pizza…