Secondo uno studio dell’American Economic Association si stima che per ogni 10 milioni di euro di transato, il commercio locale offre fino a 47 posti di lavoro contro i 19 degli e-commerce, ovvero i posti di lavoro prodotti dall online sono molto meno di quello prodotti dal locale, tuttavia il motivo è che la logistica e l’efficienza di un e-commerce sono superiori a quella di un piccolo rivenditore che ha logiche spesso non scalabili e ingessate su se stesse.
Producono profitti e meno posti di lavoro perché più EFFICIENTI.
Se un’azienda (non è l’unica ovviamente ma è il casus belli) genera maggiori profitti perché più efficiente, pur avendo meno dipendenti, dovrebbe essere da copiare ed ammirare nella misura in cui i maggiori profitti non pesino sulle spalle di nessuno.
A maggiori profitti dovrebbe corrispondere un miglioramento delle condizioni di lavoro.
Non è questione di non comprare più su Amazon, odio gli integralismi e dà comunque lavoro a migliaia di persone in Italia, ma si tratta di aprire un dibattito sulla redistribuzione dovuta alla maggior efficienza, redistribuzione non solo economica ma di qualità del lavoro, quindi, della vita.
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