Quando sale sul palco un oratore di bell’aspetto e dai modi disinvolti, il pubblico tenderà a giudicare le sue osservazioni più favorevolmente di quanto egli non meriti.
Daniel Kahneman in “Pensieri lenti e veloci” dice che lo stato normale della nostra mente è fatto di sensazioni e opinioni intuitive riguardo a quasi tutto quello che ci capita. Amiamo o detestiamo una persona molto prima di avere informazioni sufficienti su di lei; ci fidiamo o diffidiamo di sconosciuti senza sapere perché; riteniamo che un’impresa sia destinata al successo senza analizzarla.
Che le diciamo chiaramente o no, abbiamo spesso risposte a domande che non capiamo fino in fondo, e le diamo in base a prove che non siamo in grado né di spiegare né di giustificare oltre al fatto che anche se ci piace pensare che non sia vero diamo una ENORME importanza alla prima impressione.
Gli errori sistematici sono definiti «bias», preconcetti che ricorrono in maniera prevedibile in particolari circostanze.
Per questo la “simpatia” è un magnifico ordigno persuasivo. A qualcuno sembrerà banale, ma non lo è per nulla.
La simpatia esercita un fortissimo peso sulle nostre decisioni, perché si sa che noi tendiamo a dare ragione a noi stessi, quindi a quelli che ci somigliano e, in definitiva, a quelli che ci stanno simpatici, perché quelli sì che ci somigliano! Altrimenti non ci starebbero simpatici.
Nulla è più serio e preso più seriamente della simpatia.
Condivide et impera #reloaded edito da ROI edizioni
P.S. quello sul palco sono io ma merito che le mie osservazioni siano giudicate favorevolmente perché sono simpatico si, ma soprattutto bravo eh :)