“Innesto bestiale”. Questo pare pensasse Leone XII del vaccino antivaiolo nel 1824, il vaiolo che ammazzava 400 mila europei l’anno.
Non siamo così originali nel pensare che un vaccino o una cura siano dannosi o, peggio, ci controllino da remoto tramite qualche diavoleria, ma sappiamo benissimo com’è finita le volte precedenti, tuttavia in questo periodo storico i social hanno messo in moto una dinamica particolarmente insana, ovvero delle relative minoranze che diventano più rumorose – a tratti pericolose- per le maggioranza.
Il mese scorso la ong americana CCDH (Center for countering digital hate) ha fornito la lista dei “dodici più grossi diffusori mondiali di bufale”.
Il 65% della disinformazione totale sulla pandemia è attribuibile a loro, con 59 milioni di follower totali: siamo al punto che per fermare l’uso dell’ivermectina, l’antiparassitario per bestiame pubblicizzato dall’ostetrica Northrup al posto dei vaccini, la FDA ha dovuto ammonire i cittadini: “Non siete cavalli! Smettetela”.
Tra figli e figliastri di tutto questo in Italia succede che in una giornata normale una giornalista viene aggredita, un gazebo di una forza politica viene distrutto e un virologo (VERO) viene aggredito, inseguito fino a casa e minacciato.
Curioso come coloro che si proclamano “paladini del libero pensiero” non accettino quello degli altri fino ad arrivare a dire che il primo settembre bloccheranno le stazioni al grido di “Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù? Allora non partirà nessuno!”.
Il paradosso di Popper dice che “una collettività caratterizzata da tolleranza indiscriminata è inevitabilmente destinata ad essere stravolta e successivamente dominata dalle frange intolleranti presenti al suo interno. La conclusione, apparentemente paradossale, consiste nell’osservare che l’intolleranza nei confronti dell’intolleranza stessa sia condizione necessaria per la preservazione della natura tollerante di una società aperta”.
Dov’è il confine tra quello che è giusto fare per difendere le proprie idee e quello che diventa prevaricazione del prossimo?
Quando una minoranza può bloccare, e di fatto penalizzare, una maggioranza?
Oltre quale limite si deve dire basta?
Credo che questo 1 settembre sarà la giornata per capire se iniziare ad essere intolleranti con gli intolleranti, come direbbe Popper.