Non è facendo grandi numeri che diventi popolare e inizi ad avere clienti, ma è arrivando con i contenuti giusti alle persone giuste.
Dobbiamo soprattutto capire quando ci troviamo davanti ad una botta di culo e quando invece il nostro lavoro sta dando i suoi frutti.
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
La popolarità, sui social, non è un valore assoluto.
Il numero che riuscite a fare con i vostri contenuti, sui social, non è un valore assoluto.
Io amo parlare di cose pratiche, che mi sono successe, perché credo sia il modo migliore per far capire le cose. Allora, un paio di anni fa su LinkedIn, su Pulse in particolare, quando Pulse era una piattaforma che andava un sacco, ho creato uno dei contenuti in italiano, più letti di tutti i tempi, ho fatto un post parlando della Tesla modello 3 che ha superato il milione e seicento mila view su LinkedIn Pulse, un successo straordinario.
Pensate che mi è capitato una volta a Roma, in taxi, e il taxista mi ha detto: “Ma ho letto su LinkedIn di un tizio che scriveva che la modello 3 dovrebbe arrivare tra qualche anno, bla bla bla” io non credevo alle mie orecchie, non mi è mai successo che un contenuto sia arrivato a così tante persone, un mio contenuto.
Ma il punto qual è? Il punto è che se fai un contenuto da un milione e seicento mila view, sai come si chiama? Culo. È fortuna, è una gran botta di fortuna, va benissimo, ma non è quello che ti porta i clienti, non è quello che ti porta la credibilità, è quello che ti porta solo a gonfiare un po’ l’ego per un po’ di tempo, serve è bellissimo certo, ma non è utile al tuo lavoro.
L’utilità al tuo lavoro sta nella misura in cui tu riesci ad andare a parlare esattamente con le persone che ti interessano con il tema che ti interessa.
Vi faccio un altro esempio, esattamente opposto.
Poche settimane fa ho aperto una nuova rubrica su Medium in cui parlo di videogiochi, si chiama #DIGGAMSS questa nuova rubrica e in pratica mi occupo di scrivere piccole recensioni come le vedrei io, dei giochi come li vedo io, ovviamente ho 46 anni, quindi non vedo i videogame come un ragazzino, li vedo come un uomo, diciamo, adulto, se non vecchio.
Quindi è ovvio che ho cercato di metterla separata rispetto ai miei canali tradizionali e convenzionali, per non fare casino con il mio personal branding.
Benissimo, ogni giorno pubblico una recensione di roba che ho giocato tempo fa e ogni giorno il sito fa dalle 10 alle 15 visite quando va proprio bene grassa grassa, c’è stato un giorno che ne ha fatte anche venti. A dir la verità c’è stato un giorno in cui ne ha fatte 6-700 ma perché ho condiviso sui social il fatto che stavo facendo questa cosa.
Bene, prima che condividessi sui social questa cosa, quando facevo 4-5 view tutti i giorni, niente praticamente, mi è arrivata una telefonata dalla Project Manager, o meglio una mail, dalla Project Manager della Milan Games Week, il più grande evento italiano che si tiene sul mondo dei videogiochi. In pratica hanno visto queste mie recensioni e sono stati colpiti dal fatto che un adulto possa parlare di videogiochi in maniera matura e sono stati colpiti dal fatto che nel post ho scritto che sto facendo un progetto con Audible, il podcast audio della società di Amazon, proprio sul mondo dei videogiochi, e mi hanno invitato alla Milan Games Week che ci sarà a fine settembre, proprio per parlare del mondo dei videogiochi, per parlare del business del mondo videogiochi eccetera eccetera.
5, 6, 7 persone al giorno che leggono un contenuto, esattamente quelle che mi interessano, poi lo so che anche questa è una botta di fortuna, lo so perfettamente, ma qual è il punto su cui voglio chiudere?
Il punto è che i contenuti non possiamo pensarli e farli in un luogo solo, ma secondo me dobbiamo deflagrargli, spanderli, spargerli a raggiera, a ventaglio il più possibile, contenuti anche diversi tra loro, il più possibile diversi tra loro, anche se è una fatica dannata farli, e metterli ovunque, metterli su Spreaker, metterli su SoundCloud, metterli su Spotify, metterli su YouTube, metterli su Linkedin, su Instagram, Facebook, metterli ovunque noi si riesca, perché i rivoli fanno la differenza, non la grande massa che arriva e a nessuno frega niente di te.
Rock & roll.
Sono un docente, divulgatore, scrittore e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Eccomi su Amazon amazon.com/author/rudybandiera e di seguito i 4 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma, Condivide et Impera e l’ultimo CREA contenuti efficaci.
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