Instagram ha fatto sparire i like per dare maggiore rilevanza alla qualità del contenuto e non alla quantità.
Corretto, ma può durare?
LinkedIn ha iniziato a fare numeri proprio quando ha deciso di mostrare le views sotto ai singoli contenuti, perché su IG dovrebbe funzionare il processo opposto?
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Sono in arrivo dei pannolini Pampers che conterranno un chip per vedere se il nostro bebè ha fatto la pipì o la pupù.
Detta così so che mi potrebbe far sembrare un pazzo, ma ve la spiego un po’ meglio, è l’assoluta verità, arriveranno negli Stati Uniti in autunno e quindi non tra vent’anni ma fra pochi mesi, saranno prodotti da Pampers, Procter & Gamble, una delle più grandi aziende al mondo di marketing e di prodotti di largo consumo, ha progettato questo pannolino per Pampers, che è una controllata di Procter & Gamble, in collaborazione con Google attraverso, a sua volta, una controllata.
In pratica come funzionerà questa cosa?
Il pannolino Pampers verrà indossato dal bambino, il quale, facendo la pipì o la popò, il chip del pannolino verrà stimolato e quindi i genitori attraverso un’app verranno avvisati del fatto che il bambino ha fatto le sue cose sante.
Non solo, questo pannolino intelligente diciamo, avrà anche la capacità di analizzare il sonno del pupo. Quindi ti dirà non solo se ha fatto la pipì o la popò, perché te ne potresti accorgere anche a naso diciamo, ma ti avviserà del fatto che sta dormendo oppure no e della qualità del suo sonno.
Secondo Google e Pampers tutti i dati raccolti saranno esclusivamente residenti sull’app e quindi diciamo sui telefoni delle persone, dei genitori di questi bambini, e ovviamente questo apre degli scenari incredibili da un certo punto di vista.
Allora io ho provato a parlarne sui social, ne ho parlato pochi giorni fa ad RTL la mattina, e la cosa incredibile è che secondo me si perde il focus del vero tema di questa discussione.
Per esempio parlando sui social io ho visto che le persone si sono sostanzialmente divise in due: quelle che dicono che una cosa di questo tipo renderà i genitori di oggi dei debosciati ulteriori, perché se togliamo la genitorialità attraverso la tecnologia a persone che hanno dei figli, questi non saranno dei bravi genitori, ecco, in sostanza questo. Quindi se facciamo fare tutto ad un dispositivo tecnologico, i genitori non sono più in grado di educare i figli, che è sicuramente un tema. Poi dall’altra parte ci sono quelli che dicono “Si ma a cosa serve? Tanto se dorme lo sento, se piange lo sento, se fa la popò lo sento, e quindi a che cosa serve? Probabilmente non servirà a nulla!”
Allora, ai primi io rispondo che vi ricordate quando sono nati i primi dispositivi, gli interfoni, che servivano per ascoltare il proprio figlio quando piangeva ed era in camera? Io me lo ricordo bene quando sono uscite queste tecnologie e mi ricordo che la gente diceva “Si ma a cosa servono? Tanto se piange lo sento, è in camera la di là, lo sento eccome”. Oggi gli interfoni ce li hanno tutti, ci sono addirittura gli interfoni che analizzano il respiro del bambino per vedere se è vivo oppure no, questo lo sappiamo, lo sapete tutti, quindi non possiamo giudicare una novità nel momento in cui esce, perché non ne capiamo ancora le vere ed oggettive utilità del futuro, quindi questo qua è un discorso da accantonare.
Dall’altra parte la genitorialità. Io non credo che la genitorialità venga annichilita da un chip in un pannolino, se un chip nel pannolino ti può aiutare a far stare più sereno tuo figlio, è una cosa che saremo tutti disposti a fare, quindi non è nemmeno questo il punto.
Aggiungo una cosa, che se questo pannolino fosse messo ad un anziano per esempio? O ad una persona con dei gravi handicap? Sarebbe qualcosa di utile, sarebbe qualcosa di utile per farlo stare meglio nella vita, per rendergli la vita migliore, quindi qual è il punto vero?
Il punto vero è: siamo davvero sicuri di voler dare i dati del sonno e fisiologici dei nostri figli ad un’azienda privata che sta dall’altra parte della terra?
Non voglio fare il dietrologo assolutamente, sapete in queste settimane si parla tantissimo della multa salatissima di circa quattro o cinque miliardi che verrà fatta a YouTube perché tracciava i profili dei ragazzini sotto i 13 anni, cosa che non si potrebbe fare. Altra multa enorme data a Facebook per il caso Cambridge Analytica. Di fatto ragazzi noi non stiamo parlando di congetture ma stiamo parlando di realtà in cui sfuggono i dati e vengono usati per qualcosa per cui non sono nati.
Ora se partiamo da questo presupposto, siamo davvero sicuri di voler dare i dati dei nostri figli a un’azienda privata, pubblica, quello che è, non importa?
Facciamo un passo indietro. Se un’azienda di questo tipo si presta a prendere dati e informazioni del genere, un giorno, tra non troppo, tra un anno o due potrebbe dire “Visto che abbiamo raccolto tantissimi dati e informazioni, perché non li mettiamo insieme e non cerchiamo di capire non solo se tuo figlio ha fatto la pipì e la popò ma che tipo di pipì o popò ha fatto, a che ora l’ha fatto, a quale distanza dal sonno l’ha fatto e tutto questo ci servirà per capire di che cosa ha bisogno tuo figlio, di quali prodotti, di quali servizi, per farlo stare meglio”. E questi prodotti o servizi da chi saranno venduti? Da chi saranno pubblicizzati?
Il vero punto ragazzi è che ogni cosa non è buona o cattiva, perché se questo può essere una buona cosa perché aiuta i genitori a far star meglio i figli, può essere anche una cosa pericolosa, dove? Dove finisce il confine tra servizio e inizia quello del controllo.
Quando io non so più dove sta il confine, dove stanno i miei dati, dove stanno le informazioni, come vengono utilizzate, da chi vengono utilizzate, allora non è più un servizio che mi viene fornito ma è un controllo sulla mia libertà personale. Quindi quello su cui dobbiamo fare attenzione quando escono queste notizie non è riderci su dicendo cose del tipo “Ma tanto lo sento col naso” è ovvio che lo senti col naso.
Il punto non è quello, il punto è che questo pannolino avrà certamente successo perché i figli che si fanno sono sempre meno e le persone che vogliono far star bene i figli e che hanno capacità economica in occidente sono sempre di più. Quindi si venderanno meno pannolini, non so come verranno smaltiti perché se hanno un chip dentro non ne ho un’idea, ma saranno tecnologici.
Ora il punto è, di nuovo, i dati chi li tiene? Dove sono? Secondo me servirebbe cominciare a pensare ad un organismo super partes planetario che gestisca i flussi di dati, ma ne parleremo un’altra volta.
Rock & roll.
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Sono autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione: power creator, docente e gamer, Rudy Bandiera è il mio VERO nome.
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I libri che ho scritto:
Giugno 2014: Rischi e opportunità del Web 3.0
Maggio 2015: Le 42 Leggi universali del digital carisma
Maggio 2017: Condivide et impera
Marzo 2019: CREA contenuti efficaci
Di seguito alcuni link per ascoltare altri miei contenuti, su canali un po’ meno consueti.
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