Prima di scrivere qualunque cosa è bene capire quello di cui stiamo parlando. Non è un mio vezzo raccontare e spiegare quello di cui scrivo, ma una necessità. Spesso le persone credono di sapere una cosa poi quando gli dici di spiegartela non la sanno. Provate a chiedere a una classe di universitari se sanno cos’è il Web 2.0 e vi diranno in coro “siiiii” poi se gli chiedete di spiegarvelo non lo sanno. Ecco, è bene sempre essere chiari.
Allora, cos’è il pagamento NFC? Ve lo spiego con un passaggio dal mio libro “Rischi e Opportunità del Web 3.0 e delle tecnologie che lo compongono“.
Pagamento NFC con cellulare
I pagamenti con il cellulare sono e saranno il futuro, e se non saranno con il cellulare saranno certamente con dispositivi che, tramite tecnologie di prossimità, permetteranno di pagare oggetti e servizi senza l’ausilio (o meglio l’utilizzo) della carta moneta.
La tecnologia NFC permette a due oggetti come un cellulare e un lettore, di comunicare tra loro in modo bidirezionale e permette quindi, a differenza della più semplificata -seppur utile- tecnologia RFID, di fare parlare gli oggetti tra loro, scambiandosi dati: in pratica se il vostro cellulare è abilitato, è lo sono ormai tutti, sarà sufficiente che la vostra banca fornisca il servizio, che abbiate dei soldi nel conto e che il negozio o il luogo in cui comprate sia fornito di lettore apposito, lettore al quale deve essere avvicinato il device a circa 4 centimetri di distanza.
Quindi NFC è un tipo di tecnologia che permette a due dispositivi di comunicare bidirezionalmente tra loro. Da Wikipedia:
Near Field Communication (NFC) (in italiano letteralmente “Comunicazione in prossimità”) è una tecnologia che fornisce connettività wireless (RF) bidirezionale a corto raggio (fino a un massimo di 10 cm). Contrariamente ai più semplici dispositivi RFID, NFC permette una comunicazione bidirezionale: quando due apparecchi NFC (lo initiator e il target) vengono accostati entro un raggio di 4 cm, viene creata una rete peer-to-peer tra i due ed entrambi possono inviare e ricevere informazioni.
Come dire, non è detto che sia per forza un cellulare ad usare questa tecnologia. Può essere installata su una moltitudine di device ed essere usata per un sacco di cose.
Una di quelle più interessante è appunto la possibilità di pagare con il cellulare senza usare carta di credito o soldi contanti.
Ieri sera si è svolto a Milano, nella incredibile scenografia del Castello Sforzesco di Milano per la precisione, l’evento #mediolanumwallet in cui Banca Mediolanum insieme ad altri partner ha spiegato questo nuovo tipo di tecnologia e ne ha lanciato il servizio.
Di fatto occorrono tre cose ovvero uno smartphone abilitato NFC, una SIM dati abilitata (ormai disponibili per tutti gli operatori) e una carta prepagata a sua volta abilitata (ovviamente quella di Mediolanum lo è altrimenti NON avrebbero fatto l’evento :) ).
Durante la seduta quello che è emerso, ed io sono estremamente d’accordo, è che il problema più grande è spiegare alla gente, o meglio educare la gente ad usare sistemi di pagamento elettronici. Le persone hanno paura, delle carte e ancora di più del cellulare: ne hanno paura.
Una domanda che ho sentito spesso è stata “e se perdo il cellulare?” si vero. E se perdi il portafoglio? I soldi non li recuperi più, se perdi il cellulare e hai un PIN e sei sereno. E anche se per caso non ha un PIN blocchi il telefono in pochi secondi.
L’NFC nei fatti funziona in modo tremendamente semplice: il commerciante digita l’importo che devi pagare sul POS, tu avvii l’App sullo smartphone e hai 30 secondi di tempo per avvicinare il suddetto al POS. Basta.
E la cosa bella è che sotto ai 25 euro non necessita nemmeno di PIN quindi il pagamento è tremendamente comodo e veloce: addio portafoglio. Addio porta soldi. Addio pagamenti in nero.
Sono davvero convinto che questi sistemi possono semplificare enormemente la nostra vita, e come Banca Mediolanum moltissime altre banche stanno facendo operazioni di lancio della tecnologia NFC, ma a mio modesto parere
quello che serve è una cultura digitale maggiore, una cultura che permetta alle persone di vivere serenamente la tecnologia.
Visto che prendere i soldi è sempre più difficile e uno tende a tenerli in tasca, se le banche vogliono che spendere diventi semplice come deglutire, cose che a loro gioverebbe e non poco, quello che devono fare è investire in cultura digitale.
Non si scappa.
PS: Nella foto un Potente Gagliardini assorto nella contemplazione di enormi uccelletti colorati, disposti all’interno del Castello… un uomo nella sua beata contemplazione.