La nostra gioventù è marcia nel profondo del cuore, i giovani sono maligni e pigri. Non saranno mai come la gioventù di una volta, quelli di oggi non saranno in grado di mantenere la nostra cultura.
Quella che avete appena letto è un’incisione trovata su di un vaso argilla risalente all’Antica Babilonia, ovvero a circa 5.000 anni fa.
Ogni generazione ha sempre pensato di essere MIGLIORE della generazione successiva. SEMPRE e da SEMPRE. Ma è così davvero?
All’evento “ecosistema social” al Teatro Comunale di Ferrara, con il patrocinio del Comune e l’organizzazione della scuola Boiardo, mi sono reso conto (se ancora vi fosse la necessità di conferma) che no, non è così.
Il punto è molto semplice: non possiamo paragonare le generazioni perché non possiamo paragonare la vita che le generazioni vivono.
La mia vita è stata diversa da quella dei ragazzi di oggi la quale sarà diversa da quella dei loro figli.
C’è un bellissimo passaggio nel libro “Memorie di Adriano” che recita quanto segue:
“Per quel che mi riguarda, a vent’anni ero press’a poco come sono ora, ma lo ero senza consistenza. Non tutto era cattivo in me, ma tutto poteva esserlo: il buono o il meglio respingevano il peggio. Non posso ripensare senza rossore alla mia ignoranza del mondo, che pure credevo di conoscere, alla mia impazienza, a una sorta di frivola ambizione, di avidità grossolana.”
Un quadro perfetto di quello che TUTTI siamo stati in gioventù ma che, spesso, tendiamo a dimenticare sopravvalutando la percezione di noi stessi e di quello che abbiamo rappresentato.
Non esistono generazioni migliori, esistono solo persone diverse.