Iker Casillas, ex portiere vero e proprio totem del Real Madrid e della Spagna del calcio più forte mai vista, scrive su Twitter: “Spero che mi rispetterete: sono gay”
Gli fa subito eco il mitico ex difensore Puyol con “È arrivato il momento di raccontare tutto di noi, Iker”

Lo scambio avrebbe potuto CAMBIARE la storia del calcio -e non solo- ma poi è risultato uno scherzo. Uno stupido scherzo.
Il Corriere dice che è per scrollarsi di dosso l’ennesimo pettegolezzo sulla relazione con Shakira che il portiere insofferente si sarebbe inventato la boutade, seguito a ruota da un altro spiritosone del calcio spagnolo.
Un’ora e mezza più tardi l’ex portiere cancella tutto ma, come accade in queste storie, il suo tweet aveva già fatto il giro del mondo.
Un’ora più tardi ancora, la terza puntata della telenovela: “Mi hanno hackerato l’account. Mi scuso con tutti i miei follower. E, naturalmente, con la comunità Lgbt” dice Iker.
Uno come Iker Casillas, con quasi 10 milioni di follower e lo status di icona planetaria del calcio, come pensa di potersi permettere di fare “uno scherzo” di questo tipo, senza immaginare la portata?
Le comunità LGBT si sono arrabbiate tantissimo -giustamente- per essere state prese in giro e i due gigioni hanno fatto una figura da imbecilli: pensavano evidentemente di essere in una camera di hotel, loro due, la sera prima della partita e non davanti ad un pubblico di milioni di persone.
La lezione è semplice: se sei stato un grande professionista non è detto che tu sia anche un grande professionista della comunicazione. Stare zitti, a volte, funziona.