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20 Febbraio 2023

L’identità certificata è un privilegio

di Rudy Bandiera

Posso dire che per me è una ca**ata? La certificazione d’identità non dovrebbe essere un privilegio a pagamento ma un obbligo gratuito per chi scrive.

Sapevamo tutti che la frase “è gratis per tutti e lo sarà per sempre” era aleatoria fin dall’inizio così come sapevamo che gratis non è mai stato, ma adesso si arriva a un punto di svolta: dopo Twitter con quel mattacchione di Musk, anche Meta decide di implementare la certificazione d’identità pagando 12 dollari al mese. Vuoi la spunta blu che dica al mondo che sei davvero tu? Paga.

Tutto bene, se non fosse per un dettaglio: pagare la propria identità è paradossale esattamente come il fatto che chiunque con un’identità falsa possa scrivere ogni cosa voglia come bugie, falsità, calunnie e insulti vari.
Un ecosistema social SANO dovrebbe avere un’identità certificata gratuita per chiunque la richieda e che voglia generare contenuto, in caso contrario, l’account potrebbe essere a nome inventato e quindi non certificato, sarebbe in grado di leggere e fare like ma non scrivere e commentare.
Così si avrebbe un mondo social più sicuro e meno inquinato dalla porcheria. Un mondo social in cui sai con chi stai parlando o sai chi stai leggendo.

Poi certo, il fatto che si possa pagare il bollino blu rende le persone come me o il mio socio, a cui hanno “rubato l’identità e la faccia” molte volte senza la possibilità di fare nulla per impedirlo, più tranquille di non subire furti e di avere un’assistenza ma… non dovrebbe essere così per tutti e basta?

Eravamo a un passo dal cambiare le cose, e invece… non lo so, per me qualcosa non quadra.

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