Come sempre la tecnologia non è bianca o nera, ma varia in base all’uso che uno ne fa.
I dispositivi tecnologici, i dispositivi wearable possono essere di grande supporto come no, tutto dipende sempre da come li utilizziamo, come nel caso del test fatto nelle scuole cinesi da BrainCo, un dispositivo da mettere in testa che segnala se ci distraiamo e ci corregge:
come ci approcciamo a una cosa di questo tipo?
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Tutti ci ricordiamo di quando eravamo a scuola, di quando eravamo sui banchi di scuola e cosa accadeva sui banchi di scuola? Accadeva che spesso ci si distraeva.
È un nostro diritto distrarci, è un nostro diritto se qualcuno parla di fronte a noi e non ci interessa quello che dice, distrarci da quello che sta dicendo, però non è più un diritto nella misura in cui quello che parla sta dicendo cose interessanti, è pagato per farlo e noi dovremmo essere lì per imparare ma invece ci distraiamo lo stesso.
Però lo facciamo, siamo ragazzi, siamo bambini. Bene, accantonate un attimo questo pensiero.
BrainCo, un’azienda americana con sede a Boston, con il supporto scientifico di Harvard addirittura, quindi non stiamo parlando di scappati di casa ma una cosa molto seria. I due fondatori sono cinesi ed è proprio in Cina che hanno trovato i clienti e le sovvenzioni per il loro progetto principale.
Si tratta di un cerchio alla testa, detto così sembra incredibile ma è così, un cerchio da mettere in testa tipo un anello, da mettere ai bambini per quello che riguarda i primi test che sono fatti e questo anello, questo cerchio che cosa fa?
Individua le onde cerebrali, riesce a capire, quindi ad individuare, se il ragazzo o la persone che sta indossando questo anello si distrae oppure è attento. Questi segnali vengono poi mandati, i primi test sono stati fatti in una scuola o diverse scuole cinesi, questi dati vengono poi mandati al professore o al maestro, che è in grado di individuare chi è attento, chi non è attento, se quello che sta raccontando è interessante oppure non lo è, e addirittura di svegliare l’attenzione se vede che la classe si sta addormentando.
Ovviamente pensiero critico zero, tutti a fare il tifo per qualcosa, in particolare per una cosa. Questa scena è orripilante da un certo punto di vista, vedere dei bambini con un cerchio in testa che comunica con un maestro se il bambino è distratto oppure no, è qualcosa che in qualche modo incasina il nostro concetto di libero arbitrio, ci fa paura, ci spaventa, da un certo punto di vista ci annichilisce, non sappiamo esattamente cosa pensare, non sappiamo più cosa pensare perché ci viene da dire: ma hanno il diritto o no di distrarsi queste creature? Si o no?
Ci sono dei bambini che sono stati intervistati, altri bambini, questo lo trovate su Repubblica, un articolo che parla di questo argomento. Bambini che sono stati intervistati dopo essere stati monitorati con delle telecamere nelle scuole, sempre un altro esperimento, per un tot periodo di tempo, questi bambini hanno detto “Mi sentivo come controllato, come se un occhio oscuro mi guardasse continuamente, non riuscivo a dare libero sfogo alla mia fantasia”.
Questo a noi terrorizza, ci fa una paura da matti. Da un lato quindi abbiamo spavento del fatto che queste cose possano diventare sistema, e se a tutti i nostri figli mettessero un cerchietto in testa per controllare se si distraggono o meno, servirebbero davvero al maestro o professore per farli svegliare nel caso in cui si stessero addormentando perché è pesante lui? Oppure servirebbe per dare dei voti diversi ai bambini che sono più attenti o ai bambini che sono meno attenti?
Forse sarebbe la nascita di una nuova materia o di una nuova votazione, oltre alla condotta e oltre agli studi ci sarebbe un voto all’attenzione chissà, ma pensiamola anche da un altro lato.
Ammettiamo che questa cosa in Cina diventi il sistema, tra cinque anni, dieci anni, l’educazione dei figli dei cinesi di oggi sarà straordinariamente superiore, se questa cosa dovesse funzionare, rispetto a quella dei nostri, e quindi loro sarebbero estremamente più preparati di noi e sarebbero quindi più pronti al mondo che sta arrivando.
Forse saranno meno creativi perché in tenera età gli è stato imposto di essere concentrati, o forse saranno più concentrati e più creativi perché sono in grado di scegliere quando pensare a che cosa.
Di fatto noi non lo sappiamo, non lo sappiamo. Quello che io cerco sempre di far capire, è che bisogna esercitare lo spirito critico anche quando si vedono cose di questo tipo, non dobbiamo appannarci dietro al modo nostro di vedere le cose.
Una prova di questo tipo, secondo me non è scandaloso che venga fatto, è sempre come vengono utilizzate le cose. Se un bambino non è in grado di concentrarsi e di impegnarsi, non deve essere punito perché va male a scuola, e quindi questa potrebbe essere anche una buona cosa, ma se questa cosa viene usata al contrario ovvero chi è in grado di concentrarsi di più deve essere premiato, allora c’è qualcosa che non va, allora prima di dare dei giudizi, cerchiamo di capire come funzioniamo noi, una volta che lo abbiamo capito, proviamo a dare delle opinioni.
Niente giudizi.
Rock & roll
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Sono autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione: power creator, docente e gamer, Rudy Bandiera è il mio VERO nome.
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Giugno 2014: Rischi e opportunità del Web 3.0
Maggio 2015: Le 42 Leggi universali del digital carisma
Maggio 2017: Condivide et impera
Marzo 2019: CREA contenuti efficaci
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