Hai presente quando per strada vedi uno che cammina con gli occhi incollati al cellulare e non capisce ha la consapevolezza di dove si trova, rischiando di sbattere contro i pali e non vedere i semafori?
Ecco, quello è uno “Smombie”
Sappiamo che la lingua evolve, petaloso lo dimostra, e Treccani ha inserito un neologismo nella mitica enciclopedia, estrapolando le radici delle parole “smartphone” e “zombie” e coniando, appunto, smombie.
Se ne parla da anni, dal 2008 in Germania per la precisione, ma per essere assimilate le parole ci mettono un po’, così come i comportamenti che le generano.
In effetti, a chi non è mai capitato?
Non dico che debba essere normale o bello ma certamente è capitato a tutti di guardare qualcosa sul cellulare, anche banalmente il navigatore, così presi da essere alienati dal mondo fino al punto di andare a sbattere contro qualcuno e, stupefatti, guardarlo esclamando “oh, mi scusi!” con gli occhi sbarrati.
Oppure si sbatte contro un palo della luce o un semaforo ma quella è un’altra storia.
Comunque, la prossima volta che vedi qualcuno che gira rapito dal dispositivo ed estraneo all’universo reale hai il diritto di gridargli “A SMOMBIEEE”.