Prova ad immaginare una pianta come se fosse una persona: come la descriveresti? Con quali caratteristiche?
I ragazzi di Wild Flowers Lab a Ferrara fanno una delle cose più antiche del mondo (no, non i panettieri o altre cose “più antiche del mondo”) ovvero vendono fiori e composizioni floreali ma quando compri da loro non ti sembra di portare fuori una pianta ma… un’amica.

Ogni pezzo è accompagnato da un biglietto in cui la descrizione è come quella che si farebbe per una persona pur trattandosi di un vegetale – a ben guardare conosco diverse persone molto più simili ai vegetali dei vegetali stessi- il che invoglia a prendersi cura della piccola creaturina arborea.
Non c’è nulla di brillante nello scrivere un biglietto descrittivo di un prodotto, credo sia una delle prime e più dozzinali forme comunicative, ma quello che è brillante in questo caso è cosa c’è scritto nel bigliettino.
Non esci con una pianta e basta, dal loro negozio, perché quel biglietto ti fa uscire con qualcosa di più, con qualcosa di cui ti devi prendere cura perché vivente e dipendente da te, con un suo carattere scritto, evidentemente, con la chicca sui nerd nella prima pagina del cartoncino.
Scrivere “accompagnare con fertilizzante naturale” oppure “non ama bere a stomaco vuoto, abbina il suo drink a un buon bicchiere” fa la differenza. Il messaggio è lo stesso, ma uno arriva e l’altro no.
La comunicazione deve avere una caratteristica intrinseca, per potersi dire comunicazione: deve passare un messaggio. Il COME fa la differenza.
La comunicazione di qualità si nasconde nel COME.