Oggi su Sky TG24 in diretta con Paola Saluzzi, anche alla luce di quando accaduto a Manchester stanotte, abbiamo parlato di una questione importante: la responsabilità che hanno le piattaforme sui contenuti che vengono pubblicati.
Spesso accade che su YouTube si trovino video inneggianti alla “guerra santa” o peggio che mostrano decapitazioni e violenze di ogni tipo. A tal proposito, ci sono 3 strade da seguire, a mio avviso:
1- Algoritmi
Le aziende devono investire in qualcosa che sia in grado di valutare se un contenuto va almeno potenzialmente contro la policy, di individuare un rischio, per poi passare a un vaglio umano. E si va al secondo punto
2- Erogazione delle risorse
Queste aziende fatturano miliardi di dollari all’anno, e questo è BENE perché arricchiscono la società che le ospita ma questo le mette anche in una condizione di centralità e di importanza “sociale”. Parte del profitto dev’essere investito per l’analisi automatizzata dei contenuti e nell’investimento in persone che vaglino il contenuto ritenuto potenzialmente dannoso.
3- Responsabilità personale
Tutti gli algoritmi del mondo e le persone al vaglio più numerose non sono NULLA senza le nostre segnalazioni. Quando vediamo qualcosa che ci dà fastidio, è offensivo o brutale non dobbiamo fuggire rammaricati o schifati o sconvolti, dobbiamo avere le palle, rimanere lì e segnalare.
Non possiamo lasciare il lavoro sempre “agli altri” ma dobbiamo iniziare da noi.
È un triplice problema che dobbiamo risolvere insieme, ognuno facendo la propria parte. Partendo da noi, mi sa.