Se viviamo in un momento storico in cui l’economia passa un periodo di incredibile dissesto, è anche vero che siamo nell’era che è “l’alba delle reti“, l’inizio del “villaggio globale” tanto decantato da politici e scrittori degli anni passati.
In questa nostra realtà sempre più vicina al Cyberspazio di Gibson, non si può pensare che i crimini digitali si muovano nella stessa direzione dell’economia reale… anzi:
“In un mondo ove l’economia tradizionale appare sempre più dissestata, appare quantomai emblematico il mondo sommerso del cybercrimine che vive all’interno dei meandri più oscuri della grande rete, ovvero del cosiddetto ‘Internet Underground’, a tutt’oggi incredibilmente vitale e in continuo fermento, con una sua economia interna quantificabile in 7 miliardi di dollari. Si tratta di una realtà che vive della compravendita di strumenti atti a carpire informazioni sensibili ad utenti ed istituti bancari, oltre a nutrirsi di frodi online e raggiri finanziari.” business.webnews.it
Questo è risultato da una ricerca di Symantec intitolata “Internet Underground Economy”.
Sono convinto che uno dei punti maggiormente sottovalutati dalla politica moderna, sia la sicurezza informatica: non esistono protocolli standard o accordi internazionali… diciamo che ognuno fa un po’ quello che cazzo gli pare.
Credo sia il caso di darsi una mossa prima che qualcuno faccia partire dei missili mentre se ne sta comodamente seduto nella sua cameretta a clonare carte di credito.