Un noto, storico e tradizionale ristorante ferrarese ha chiuso per rinnovo locali e cambiato gestione dopo oltre mezzo secolo: rimane la cotoletta gigante, che resterà nel menù anche dei nuovi gestori, come da accordi presi con la titolare.
Generazioni di ferraresi -e non solo- hanno mangiato la “cotoletta di Settimo” considerandola una granitica certezza non solo culinaria ma anche culturale. Le foto sulle pareti del locale infatti ritraevano decine se non centinaia di artisti che, dopo essersi esibiti al Teatro Comunale di Ferrara o in qualche altro posto cool, si recavano da Settimo, uno dei pochissimi ristoranti aperti fino a tardi, per una cotoletta, un piatto di cappellacci o per provare la salama da sugo “sguazzata” da un paio di bicchieri di vino.
L’inserimento della “clausola” di mantenimento della cotoletta mi fa molto riflettere sul valore della tradizione in equilibrio con l’innovazione.
Poco lontano da Settimo c’è l’Osteria più antica del mondo ancora operativa e si chiama “Al Brindisi”, una storia di quasi seicento anni che le è valsa una citazione nel Guinness dei Primati. L’osteria esisteva già nel 1435 e vi hanno brindato personaggi del calibro di
Benvenuto Cellini, Tiziano Vecellio, Torquato Tasso e Ludovico Ariosto che la cita nella commedia La Lena.
Nel primo piano del fabbricato, sopra l’attuale enoteca, compì gli studi Niccolò Copernico, laureatosi a Ferrara nel 1503.
Personalmente non riesco ad immaginare posto più affascinante e ricco di storia del Brindisi, anche oggi gestita in modo classico, tradizionale e con piatti tipici: ma se domani venisse venduta e la nuova proprietà decidesse di farci un sushi bar o un take-away di poke, che vanno tanto di moda?
Non stiamo parlando “solo” di una cotoletta o “solo” di una enoteca che serve salama da sugo e vini tipici ma stiamo parlando del nostro DNA.
La grande sfida italiana del prossimo futuro è quella di riuscire a mantenere integra la nostra storia pur innovando, un’operazione per nulla banale.
Pochissimi Paesi hanno il nostro patrimonio storico e ancora meno sono quelli che hanno una storia così vivibile da permeare la vita di tutti i giorni, generando di fatto un equilibrio estremamente instabile e grandemente affascinante.
Questo equilibrio è quello che dobbiamo mantenere, è la nostra sfida per il futuro, l’unico modo di fare Sistema Paese: innovare il più possibile rimanendo orgogliosi, fieri e protettivi nei confronti di quello che siamo stati.