Il libero arbitrio si giostra su un confine molto sottile, un confine ormai determinato dalla tecnologia, dagli algoritmi. In un episodio di Black Mirror viene presentata una società interamente regolata da un rating, se sei gentile hai un voto alto, se sei scontroso probabilmente avrai un voto basso.
Black Mirror è un film. Oggi, secondo un articolo di TechCruch, Uber darà una svolta al suo attuale sistema di rating e non riguarda gli autisti, bensì i clienti…
Quali saranno le implicazioni se anche altri applicassero la stessa idea?
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
E se ognuno di noi fosse valutato in base ai voti che le altre persone ci danno e potesse accedere a dei servizi in base a questo rating? Cosa succederebbe?
Vi ricordate, in Black Mirror c’è una puntata in cui tutte le persone possono dare un punteggio a tutte le altre persone quindi cosa succede? Succede che se tu sei sorridente, simpatico e gioviale gli altri ti danno un voto alto, se tu per esempio prendi contro e dai una spallata a qualcuno mentre stai camminando e questo si irrita, ti da un voto basso, ma se le persone che ti danno un voto basso sono tantissime, tu hai una media molto bassa, quindi un rating generale molto basso e che cosa succede?
Succede probabilmente che alcuni servizi ti vengano negati proprio perché non hai un voto sufficiente per poter accedere. Questo era Black Mirror, era un film, poi tra l’altro va a finire quasi in tragedia, va a finire che la protagonista – non ve lo racconto – ma va a finire che la protagonista alla fine scopre il libero arbitrio, scopre di poter mandare a fanculo qualcuno anche senza la paura di essere giudicata, tra l’altro questo non so quanto sia intelligente oppure no, ma veniamo ai fatti.
Secondo un articolo di Techcrunch, Uber, la più grande azienda di mobilità automobilistica al mondo da un certo punto di vista, sta facendo una cosa che non ha del rivoluzionario ma ce l’ha solo per quello che riguarda la portata.
Come sapete Uber funziona così: gli autisti di Uber vengono valutati con un rating di stelline che vanno da 0 a 5. Se ti trovi bene durante la tua corsa, tu come cliente puoi dare un voto alto quindi 5 stelline, se invece non ti trovi bene, puoi dare meno stelline. A loro fa gioco il punteggio alto perché se hai un punteggio basso puoi essere addirittura escluso da Uber, dall’utilizzo della loro licenza praticamente. Quindi loro devono comportarsi bene, ecco perché ti fanno trovare l’acqua, ti fanno trovare le caramelle, sono gentili e carini e cercano di essere il più servizievoli possibile.
Ma anche l’autista ha la possibilità di darti un voto anzi, anche l’autista ti da un voto, ma questo voto che da l’autista non inficia o non implica il fatto che tu possa accedere nuovamente al servizio in futuro, fino ad oggi.
Pare, secondo questo articolo, che Uber non solo potrà escludere gli autisti che avranno voti bassi, ma potrà escludere le persone e quindi i clienti che hanno voti bassi e quindi potrà dire che le persone che scendono, faccio un esempio, sotto un rating di 4.5 di 4 e mezzo su 5, non possono più acceder al servizio Uber, è la stessa identica cosa che succede in Black Mirror, solo che in Black Mirror succedeva nella vita intera, come per esempio in Cina, in Cina esiste un servizio di rating dei cittadini basato su una serie di cose, comprese per esempio la solvibilità dei debiti da parte di queste persone, ma lì è un altro discorso, in occidente non si era mai visto.
Oggi Uber, facendo questa cosa, apre la strada a degli scenari piuttosto incredibili, non voglio dire inquietanti o no. Per esempio, è giusto e sacrosanto che una persona possa scegliere chi utilizzerà la propria macchina per spostarsi da un punto A ad un punto B, io non voglio una persona che prima di essere stato con me è stato con 10 altri miei colleghi e li ha insultati tutti, perché dovrei essere obbligato a portarla su? C’è anche da dire che il scegliere di non prendere qualcuno sarebbe il libero arbitrio, se al scegliere di non portare qualcuno è un algoritmo o una macchina o un’azienda privata, non è più libero arbitrio, è la comunità che decide la reputazione di una persona e me la trasmette.
Una volta che me l’ha trasmessa, a questa persona è impedito l’utilizzo del servizio, questo ripeto, implica delle variabili piuttosto complesse per esempio, è giusto o no? È giusto che qualcuno possa scegliere chi prendere in macchina certo, è giusto che qualcuno venga escluso da un servizio pubblico? Probabilmente si, ma se allarghiamo questa cosa a molte altre cose, diventa complessa da gestire.
Ripeto, io come ho sempre detto, sono d’accordo su un relativo controllo di questo tipo, perché credo che la responsabilità personale debba avere un peso, la responsabilità personale possa essere misurata e commisurata alle nostre azioni e gli altri debbano essere in parte consapevoli, come è sempre successo.
Se io picchio le persone in un bar, le persone smetteranno di avvicinarsi a me nello stesso bar, però quello è libero arbitrio, non è un’azienda che sceglie se io posso entrare o meno nel bar, è una persona, quindi la grande differenza sostanziale sta in questo.
Io personalmente sono d’accordo su una decisione di questo tipo, ma bisogna sempre sempre sempre discutere di queste cose, parlarne, cercare di farsi un’idea chiara, perché non esiste un bianco o un nero ma esistono solo argomenti di cui poter discutere per chiarirsi le idee, per cercare di capire dove finisce il libero arbitrio e dove comincia una dittatura tecnologica.
Rock & roll.
[mc4wp_form id=”19714″] Oppure seguimi sul canale Telegram da qui: se lo preferisci alla newsletter :)
Sono autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione: power creator, docente e gamer, Rudy Bandiera è il mio VERO nome.
Per sapere chi è Rudy Bandiera, informazioni e contatti vai alla pagina info
I libri che ho scritto:
Giugno 2014: Rischi e opportunità del Web 3.0
Maggio 2015: Le 42 Leggi universali del digital carisma
Maggio 2017: Condivide et impera
Marzo 2019: CREA contenuti efficaci
Di seguito alcuni link per ascoltare altri miei contenuti, su canali un po’ meno consueti.
Audible: “Vita da web”: http://bit.ly/2Zze86B
Spotify: “Rudy Bandiera docet”: https://spoti.fi/31H7E7t