A partire da novembre Facebook e Instagram introdurranno un’opzione di abbonamento a pagamento che permetterà agli utenti di navigare su entrambe le piattaforme senza visualizzare annunci pubblicitari. Questa mossa è una risposta alle mutate normative europee.
Gli utenti residenti in queste aree potranno scegliere se continuare ad accedere gratuitamente ai servizi con inserzioni pubblicitarie mirate o se sottoscrivere l’abbonamento per eliminare gli annunci. Durante il periodo di sottoscrizione, i dati degli utenti non saranno impiegati a fini pubblicitari.
Fin qui i fatti i quali, a mio avviso, aprono due scenari con annessi argomenti di dibattito.
1- I MIEI DATI VALGONO 10 EURO AL MESE?
Di fatto Meta ha prezzato i nostri dati, i dati che ogni giorno diamo alle piattaforme più usate del pianeta e gli ha dato un prezzo di circa 10 euro al mese. Costano davvero così le nostre informazioni?
Meta stessa dice “crediamo in un Internet supportato dalla pubblicità, perché dà alle persone l’accesso a prodotti e servizi personalizzati, indipendentemente dal loro status economico” che io vedo come un “i dati valgono più di 10 euro al mese quindi continuiamo a sostenere la pubblicità ma chi non li ha non può accedere ai social”.
Questo ci porta al punto successivo.
2- COS’HO IN CAMBIO?
Se uno paga una cosa ne vuole in cambio un valore ma dubito che il valore del social senza pubblicità valga 10 euro al mese, per molte moltissime persone. Io sono tra queste.
Se Meta aggiungesse dei servizi nel pagamento, come la possibilità di avere un’assistenza che ti aiuti in caso di necessità (cosa che è scandalosamente ASSENTE nei social di Mark) allora l’esborso avrebbe maggior senso.
Personalmente sono felice di questa decisione perché sembra che qualcosa, a livello di sensibilità, si stia muovendo ma ho l’impressione che questa sia più una gigantesca pezza improvvisata piuttosto che un cambio di paradigma.
Però, diciamo, da qualche parte si deve pur cominciare.