La società invecchia inesorabilmente, ma il tema è trattato come un destino che sfugge dalle nostre mani, troppo grande per essere gestibile quindi meglio rimuovere il problema, dopo tutto riguarda i posteri.
Non li conosciamo nemmeno e, parafrasando Oscar Wilde, non hanno fatto nulla per noi.
Nel 2050 avremo tre anziani per ogni giovane. Quest’ultimo, un malcapitato, non saprà più come assistere i propri concittadini sempre meno autosufficienti, né potrà garantire loro il sostegno del sistema pensionistico. Non ci rendiamo conto di quanto le scelte del presente riducano progressivamente il grado di libertà e di benessere dei nostri figli e nipoti.
Quello che avete letto è un riassunto parafrasato di un editoriale di de Bortoli in cui si tratta di un tema di un’importanza straordinaria ma senza la sensibilità che lo sia: il futuro.
Nel 2050 avremo tre anziani per ogni giovane. Questo è un fatto.
Il giovane non saprà come assistere i propri concittadini perché non ci saranno fondi. Questo è un fatto.
Il giovane non potrà garantire loro il sostegno del sistema pensionistico. Questo è un fatto.
Poi sento discutere sul fatto che i giovani non hanno voglia di lavorare, che si sono debosciati davanti a social e videogame, che sono una generazione perduta e tutto quanto ma di certo non li stiamo lasciando con nulla in mano, né dal punto di vista pratico né da quello valoriale.
Capisco benissimo che le campagne elettorali si fanno sul presente e i voti si prendono oggi ma per la prima volta nella nostra storia recente SAPPIAMO cosa accadrà tra meno di 30 anni, non è bello e non stiamo facendo NULLA perché questo non accada.
Non credo che presidiare in modo grottesco i social network da parte di politici che pensano SOLO al 25 settembre sia la strada per costruire il futuro.