I giovani non hanno voglia di lavorare o gli stipendi sono troppo bassi?
Nell’immagine vedi due lati della stessa medaglia: i redditi da lavoro dipendente, in cui Ferrara è tra Crotone e Campobasso, e un articolo in cui si parla del problema, concreto, dei giovani che fanno i colloqui e poi spariscono.

Gli stipendi sono bassi non per volere degli imprenditori ma perché il sistema in questi anni non è cresciuto in maniera armonica; quindi, siamo a una impasse sociale: da un lato gli stipendi che negli anni sono oggettivamente aumentati MENO del costo della vita. 20 anni fa potevi vivere da solo con uno stipendio “normale” oggi è difficile farlo in due.
Dall’altro eserciti di giovani che, visti gli stipendi bassi, preferiscono farsi mantenere piuttosto che lavorare per poco di più e farsi il mazzo.
La fregatura è che tutto questo non giova a nessuno.
Generalizzando, solo per capirci, gli imprenditori non trovano persone che vogliano lavorare e i giovani non costruiscono nessun futuro vivendo solo un presente fatto di genitori, nonni, o sussidi, tutte cose che non dureranno per sempre e che non danno obiettivi e senso alla vita.
Ci sono anche, ovviamente, gli imprenditori farabutti (la minoranza) e i giovani caparbi e motivati (la maggioranza) ma il problema oggettivo rimane. L’unica strada da percorrere è alleggerimento del mondo del lavoro, la facilitazione di entrata e uscita, la meritocrazia, anche economica.
Un imprenditore ha il terrore di assumere qualcuno perché è più vincolante di un matrimonio come un giovane non ha opportunità di guadagno pur essendo motivato e in gamba perché il sistema tende ad appiattire tutto sull’altare dell’uguaglianza.
Il diritto fondato sulla uguaglianza andrà in pezzi perché non riconosce la disuguaglianza di valore, di merito, di esperienza, cioè la fatica individuale: culminerà nel trionfo della dell’appiattimento, diceva Henri-Frédéric Amiel.
Forse dovremmo essere tutti a partita IVA. Basta contratti collettivi, basta uguaglianze, più competizione, merito e scrematura. Lo so, ho esagerato ed è una provocazione ma vorrei ragionare con te partendo proprio da questa provocazione.