Quante volte abbiamo sentito o letto la frase “la mia opinione vale quanto la tua”. Il web, i social ci hanno dato l’idea di avere idee del valore delle altre, solo perché le abbiamo pensate, ma non è vero. Le opinioni hanno tutte un peso diverso e dipendono dalla persona dalla quale provengono.
Quali sono gli ingredienti per avere un’idea di valore?
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Con quello che sta accadendo in riferimento a Greta, che più o meno tutti saprete di che cosa stiamo parlando, si è cementata ulteriormente dentro di me l’idea del fatto che c’è ben altro di cui parlare.
Ovviamente io non parlo in riferimento a Greta, ma parlo in riferimento a tutti quelli che nel momento in cui tu scrivi qualcosa ti dicono che non è la cosa di cui bisogna parlare.
Mi spiego, tempo fa ho pubblicato la prima pagina de Il Giornale (è Libero, non il Giornale) nella quale si diceva “Vieni avanti Gretina” in riferimento appunto a Greta e le si dava della rompipalle. Qua non si sta parlando del merito capite? Non mi importa se Greta viene considerata un genio o una rompipalle o uno strumento, quello che a me preme è far capire che un media non può offendere le persone, non può essere come l’uomo della strada perché sennò saltano gli schemi sociali. Gli schemi sociali impongono che la comunicazione, in particolare mediatica come quella di un giornale, debba stare all’interno di certi ranghi, altrimenti diventa offesa, diventa rissa da bar e va bene nel bar, va bene allo stadio, non su un giornale.
Quindi non è, il centro della discussione non è quello che pensate, penso, pensiamo di Greta ma come la epitetiamo su un media che non è in un bar. La stessa cosa detta in un bar e su un giornale ha pesi diversi, questo è il punto.
Quando ho fatto questo post ho ricevuto tantissime notifiche, persone che mi hanno detto che ho ragione, persone che mi hanno detto che ho torto, ma tra queste persone che hanno commentato, molte, non troppe, ma molte, hanno detto che comunque c’era altro di cui parlare, perché comunque è un po’ quello che pensiamo tutti che sia una rompipalle, quindi finalmente un giornale che ha il coraggio di dirlo, non c’è niente di strano. In realtà, a parte che io non lo penso, ma a parte il fatto che non lo penso, non mi permetterei mai di dirlo su un giornale, e quindi è ovvio che bisogna discuterne oppure aggiungo, si ma ha scoperto l’acqua calda questa qua, questa ragazza, lo sappiamo tutti che dobbiamo difendere il nostro pianeta, quindi parliamo d’altro.
No, è proprio se ne parliamo che possiamo difendere il nostro pianeta, non è non parlandone o parlando d’altro. Oppure, ci sono problemi molto più pressanti di quelli di cui parla Greta, per esempio l’economia del nostro paese. No, perché l’economia del nostro paese è fottutamente legata al fatto che il nostro paese ci sia ancora tra 15 anni e non sia sommerso dalle acque che sono salite a causa dei ghiacci sciolti.
Il punto è questo: ognuno di noi può parlare di una e una cosa soltanto alla volta. Non è possibile che arrivi qualcuno ogni volta dicendo c’è ben altro di cui parlare. Fallo! Parla di ben altro, discuti di ben altro, scrivi dei post su ben altro ma lo farai comunque su quella cosa, una e una soltanto alla volta.
Quindi tutti ci dobbiamo mettere in testa questo. Possiamo andare a discutere nel merito e nella forma di ogni cosa, ma non ha senso andare a tirare fuori il discorso “c’è altro di cui parlare” perché ognuno parla di quello che ritiene opportuno e di quello che sente più importante, il resto è benaltrismo.
Rock & roll.
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Sono un docente, divulgatore, scrittore e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 4 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma, Condivide et Impera e l’ultimo CREA contenuti efficaci.
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