Sono oltre un miliardo le persone su questo pianeta che guardano tornei di eSports.
Se pensate possa essere strano guardare una persona che gioca ai videogiochi, fatevi prima una domanda: andate allo stadio? Vi piace guardare le partite di calcio? Se guardate una partita non la state giocando, ma state guardano una persona che gioca.
È un fatto ormai, non si può più fare finta di niente, il mondo dello sport è cambiato, si è digitalizzato:
i videogame sono diventatati anche degli sport.
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Sono oltre un miliardo le persone su questo pianeta che guardano tornei di eSports, cioè gli sport fatti con le console, i computer, gli sport virtuali diciamo.
Oltre un miliardo le persone tra i 16 e i 24 anni che seguono qualcuno che gioca. Lo so che molti di voi staranno pensando “Ma che gusto c’è a guardare un tizio che gioca?”.
Allora vi faccio una domanda per farvi capire che gusto c’è: il calcio è probabilmente lo sport più seguito al mondo è lo sport con più persone che giocano e più persone che seguono. Ecco, quando andate allo stadio, giocate voi? No, guardate qualcuno che gioca.
Quando andate ad un concerto suonate voi? No, ascoltate qualcuno che suona. Quando andate al cinema non siete voi a recitare, quando andate a qualcosa in cui qualcuno si esibisce, non siete voi a fare qualcosa ma state guardando qualcuno che si esibisce.
L’unica discriminante tra lo scegliere il teatro, la musica, gli eSports, o il cinema o una partita di calcio, è qual è la vostra passione, quindi se la vostra passione è il calcio, andate allo stadio, se la vostra passione è FIFA 2018 andate a guardare un torneo di e-sport.
Ma la cosa curiosa, davvero curiosa è che non solo un miliardo di persone sono interessate a questo, ma pare che si sia raggiunto una sorta di massa critica, ovvero il 32% dei ragazzi che frequentano la rete, tutti, che hanno trai 16 e i 24 anni, il 32% , sono interessati agli e-sport, contro un 31%, leggermente meno, interessata agli sport tradizionali.
Ora, è evidente, al di là del nostro snobismo, del nostro dire “ma si, ma dai, cosa vuoi che sia, è roba per bimbiminkia” al di là di qualsiasi tema, siamo davanti ad una rivoluzione straordinaria e prodigiosa da questo punto di vista.
Allora da una parte abbiamo gli sport tradizionali che devono adeguarsi a questo cambiamento e devono cominciare forse a fondersi, a unirsi, come stanno facendo moltissime squadre, per esempio la Sampdoria ha un giocatore di FIFA che gioca per la Sampdoria , così come la Roma per esempio, sto parlando di calcio ma sono tantissimi gli eSports che possono essere fatti attraverso computer, console, eccetera.
Dall’altra parte abbiamo anche una responsabilità, cioè quella di dire ai nostri ragazzi che stare davanti ad una console probabilmente è meno sano che fare lo stesso sport uscendo di casa, ma il punto è che non possiamo fare finta di niente e non possiamo limitarci a dire “Ma che gusto c’è a guardare uno che gioca” è un fatto, è una marea, dobbiamo prenderne atto, cercare di cavalcarla e non fare finta che non esista, perché il futuro 16-24 anni, ragazzi di 16-24 anni, è dietro l’angolo.
Rock & roll.
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Sono un docente, divulgatore, scrittore e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 4 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma, Condivide et Impera e l’ultimo CREA contenuti efficaci.
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