Siamo a fine 1700, è stata inventata da circa 40 anni la spoletta mobile nei telai, quella cosa che ha permesso alle industrie di rendere molto più efficace la produzione.

Di fatto ci si trovava nella condizione in cui molti operai diventano sostituibili da una tecnologia. Attorno alla fine del 1700, questa evoluzione/rivoluzione industriale ha generato un fenomeno piuttosto curioso: il luddismo.

Nel 1798 Ned Ludd, un personaggio quasi mitologico, forse mai esistito realmente, avrebbe spaccato uno di questi telai a spoletta mobile rendendosi conto che ogni volta che entrava un nuovo telaio, venivano licenziate delle persone.
Spaccando il telaio non licenziarono le persone ma la produzione industriale iniziò a traballare; i colleghi di Ned Ludd, rendendosi conto del fatto, cominciarono a rompere dei telai a loro volta e in breve tempo il movimento di protesta diventò sempre più organizzato e sempre più potente.
Il movimento luddista durò circa una trentina d’anni, ma dopo diversi arresti cessò di esistere.

Che cosa ci rimane oggi del movimento luddista?
Niente, ci rimane una voce su Wikipedia.

Il punto che voglio portare all’attenzione è questo: oggi siamo nella stessa identica situazione, la differenza è che non abbiamo i telai a spoletta mobile ma abbiamo Internet, l’intelligenza artificiale, Chat GPT, i social, e chi più ne ha più ne metta.
La realtà è che non possiamo fermare questo cambiamento. Non è fermando l’evoluzione tecnologica che possiamo tornare al nostalgico “come si stava bene quando si stava peggio”.

Cercare di fermare questo cambiamento è come cercare di fermare il mare con le mani: ci possiamo mettere in tanti, possiamo essere organizzati avere anche ragione ma non serve a nulla, non possiamo farlo.
Quello che possiamo fare è governare il cambiamento, indirizzarlo. Quello che possiamo fare è imparare ad usare quella spoletta mobile.