Il mancato rinnovo del contratto a Fazio in RAI è un errore di gestione aziendale… o forse no?
Uno con la propria azienda ha il diritto di fare quello che vuole perché se mette i propri soldi ne ha il diritto. Ma se l’azienda e i soldi che la muovono non sono di chi comanda, allora le cose non tornano più.
L’impresa funziona con dinamiche piuttosto semplici: c’è chi mette i soldi, la faccia e le responsabilità ovvero l’imprenditore che mettendo queste tre cose si prende quello che si chiama rischio d’impresa. A questo punto il fine diventa far entrare più soldi di quelli che si spendono.
Se la cosa funziona l’imprenditore è bravo e si arricchisce così come l’indotto, se la cosa non funziona l’azienda fallisce e l’imprenditore ci rimette i soldi e la faccia… questo è il senso della responsabilità.
Se invece i soldi li mettono i contribuenti e chi comanda non mette soldi e responsabilità allora non è un’impresa ma una cosa diversa.
A me sta benissimo che Fazio venga licenziato, quello che non mi sta bene è che sia il contribuente a dover pagare il buco che si verrà a creare, e non chi l’ha lasciato a casa.
Prendeva tanti soldi, certo, e la trasmissione costava moltissimo, sacrosanto, ma ne portava dentro di più quindi l’equazione d’impresa era soddisfatta.
Se chi comanda non ci mette grano, faccia e responsabilità non stiamo parlando di un’attività imprenditoriale e il mancato rinnovo del contratto a Fazio in RAI non è un errore di gestione aziendale perché la RAI, di fatto, non è un’impresa ma un organo politico, un’emanazione di partito e, come tale, dovrebbe essere sovvenzionata con il 5 per mille volontario dei contribuenti e non con un canone obbligatorio.