Le cose esistono. Le parole esistono. Le azioni esistono. Se ci viene impedito di vederle, usarle e compierle non capiremo mai la distinzione tra bene e male, non saremo mai individui completi.
In Florida, nella Contea di Hillsborough, nuove norme legate all’istruzione colpiscono direttamente Shakespeare, perché Romeo e Giulietta è stata ritenuta un’opera troppo esplicita. L’eccessivo contenuto se****le di Romeo e Giulietta sarebbe in buona parte diseducativo, per via delle tante battute slang e piene di allusioni.

Ok, questo è un caso isolato e senza dubbio estremo, ma è un caso e questo fenomeno della cancellazione della cultura, o della sua riscrittura, serpeggia tra tutti i media, oltre che nelle scuole. Pensa per esempio a questo post in cui ho dovuto aggirare di continuo la parola “incriminata” cancellandola anche dall’immagine che ho usato.
Sai cosa mi viene in mente con ‘sta storia oltre a 1984? Il film Footloose e la puntata dei Simpson in cui nascondono le nu****à del David di Michelangelo per lo stesso motivo per il quale nella Contea di Hillsborough vietano l’amore di due ragazzi di Verona.
Ogni medium (inteso come veicolo d’informazione quindi anche la scuola) ha il potere di imporre agli incauti i propri presupposti: è necessario evitare questa condizione subliminale di ipnosi narcisistica, dice McLuhan.
Dobbiamo imparare il senso delle parole, delle azioni e delle cose, la loro origine e le loro conseguenze senza cancellarle perché, di fatto è inutile al fine.