I nostri dispositivi ci ascoltano?
Il nostro cellulare ascolta le nostre conversazioni e poi ci fa vedere le pubblicità relative alle nostre conversazioni? È ovvio che questi dispositivi, dai cellulari agli assistenti come Alexa ci ascoltino, ma non nel mondo in cui si pensa.
Per poter dire che un dispositivo ascolta le nostre conversazioni, dobbiamo prima fare dei test, avere delle prove tangibili, altrimenti è solo preoccupazione: comprensibile averla ma non per forza reale.
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Questo è un video un po’ diverso dal solito.
Voglio difendere a spada tratta i dispositivi che dovrebbero in teoria ascoltarci ed aiutarci nella nostra vita quotidiana. I dispositivi come il telefono, tutti gli assistant come possono essere per esempio Alexa piuttosto che Google Home eccetera.
Ora si fa un grande vociare attorno ad una cosa: questi dispositivi ci ascoltano? E se si, a chi danno questi dati e queste informazioni?
Allora ragazzi, è ovvio che questi dispostivi ci ascoltano. Se noi dobbiamo evocare Alexa per farla svegliare per accendere la luce, è ovvio che dobbiamo dire la parola Alexa, alla parola lei si sveglia e ci ascolta, quindi che ci ascoltino è fuori discussione.
Il punto è: ci ascoltano anche prima che evochiamo? Questo è il vero punto. Poi dopo, sul dopo, si può discutere su questi dati che hanno ascoltato, a chi vanno? Abbiamo già detto in video precedenti che ci sono persone che senza essere in grado di individuare chi ha fatto certe domande, possono ascoltare le domande per trascriverle praticamente per cercare di aiutare gli algoritmi ad imparare come parliamo, ma non è questo il discorso che voglio fare oggi. Il discorso che voglio fare oggi è quando si dice per esempio che noi ci troviamo tutti in una stanza, parliamo di una cosa, i nostri telefoni sono accesi sul tavolo, i nostri telefoni ci ascoltano poi ci mostrano le pubblicità. Ecco, questo non è provato in nessun modo e in nessuna situazione e da nessuno, anzi, aggiungo una cosa, il mio amico Stefano Fratepietro che è un informatico veramente in gamba, l’ho conosciuto un paio di anni fa, sta facendo dei test proprio su questi assistenti e che cos’ha dimostrato finora o meglio, che cosa sta dimostrando e cosa è riuscito a capire finora? A capire che dal momento in cui abbiamo l’evocazione di uno di questi dispositivi cioè diciamo “Alexa” in avanti, questi dispositivi comunicano con i server, fino a quel momento no.
Quindi tutti quelli che dicono “Ah ma te lo dico io, certo che ci ascoltano” sono cazzate. Se non avete fatto degli esperimenti, se non hai fatto degli esperimenti, delle prove concrete, possono essere solo tue congetture oppure casualità molto spinte. Per esempio, Oracle è in grado di raccogliere tantissime, dico Oracle come una delle tante aziende che possono raccogliere tantissimi dati su tutto quello che facciamo in maniera del tutto legale, dal pixel di Facebook piuttosto che dai nostri dispositivi eccetera. Gli algoritmi che elaborano questi dati e queste informazioni sono così potenti da riuscire predittivamente ad individuare quello di cui noi avremo bisogno nel prossimo futuro.
Quindi spesso le pubblicità di cose che noi vorremmo comprare e di cui abbiamo parlato, ci sono mostrate perché è il momento giusto per mostrarcele, non perché qualcuno ci ha ascoltato.
Quindi dobbiamo stare un attimo tranquilli, smetterla di pensare che tutti i dispostivi siano lì solo e soltanto per ascoltarci e cominciare a guardare le cose oggettivamente ovvero, se il nostro dispositivo prima che lo si sia evocato, non comunica con la rete, ma questi sono test che si possono fare con dei software e delle conoscenze, vuol dire che il nostro dispositivo non ci ha ascoltato e non sta comunicando quello che facciamo, quindi stiamo tranquilli perché è molto probabile che i nostri dispositivi non ci ascoltino se non quando noi gli diciamo di farlo.
Detto questo, la preoccupazione, la sensazione che qualcosa ci ascolti ce l’abbiamo sempre e ce l’abbiamo tutti, ma questo non vuol dire che sia la realtà.
Rock & roll.
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Sono un docente, divulgatore, scrittore e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 4 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma, Condivide et Impera e l’ultimo CREA contenuti efficaci.Per sapere chi è Rudy Bandiera, informazioni e contatti vai alla pagina info