Costo, prezzo e valore sono 3 cose diverse tra loro, anche se spesso lo dimentichiamo. Breve dialogo social:
- “Sono povero e guardo soprattutto al prezzo della medesima cosa. Capisco che una cosa è storica, unica al mondo e quant’altro ma se trovo la medesima cosa a pochi metri alla metà del prezzo io vado di fianco… sarebbe come se tagliarsi i capelli da uno che lo fa da 80 anni costasse di più perché lo fa da sempre”
- “Il fatto che tu sia povero (l’hai scritto tu) non implica il fatto che i prezzi debbano essere ovunque alla tua portata. Si chiama mercato e una cosa costa anche in base a dove la si acquista. È la differenza tra prezzo e valore (sulla quale farò un post visto che mi sa possa essere interessante).
Il tagliare i capelli in effetti ha un costo che cambia in base a CHI te li taglia, oltre che dove. È la stessa cosa”
Quello che avete appena letto è stato un breve scambio di battute avvenute su di un social, in riferimento ad un luogo storico che vende prodotti tipici a prezzi più alti rispetto ad altre attività meno storiche.
Costo, prezzo e valore sono 3 cose diverse tra loro, anche se spesso lo dimentichiamo.
1- COSTO
Quanto spendo nella produzione di qualcosa, un bene o un servizio.
2- PREZZO
Quello che pago per ottenere qualcosa.
3- VALORE
“Utilità” ovvero la capacità del bene /servizio di soddisfare un bisogno (e generare ricchezza).
Il PREZZO è quello che pago, il VALORE quello che ottengo.
Costo e prezzo sono oggettivi ma il valore è del tutto soggettivo. Alcuni esempi:
- Il PREZZO per guardare una partita allo stadio è (ipotizzo) 20 ma, visto che non amo il calcio per me saranno sempre troppi. Purché non mi si dica che la partita la guardo dall’hospitality, ovvero non solo vicino al campo ma servito di prosecco e finger food per tutto il tempo della partita. A quel punto la cosa diventa una esperienza, non è più “guardare la partita” e basta, ne percepisco il VALORE e vado spendendo felice anche se SPENDO più del doppio.
- Delle nuove ipotetiche scarpe Nike hanno un COSTO di produzione bassissimo ma un PREZZO altissimo: le compro solo se attribuisco loro valore, ovvero se è una serie limitata, se sono un collezionista, se seguo le mode in modo preciso.
- Il primo floppy originale del videogioco DOOM ha avuto un COSTO di produzione pari a zero, il gioco non ha più alcuna valenza tecnologica ma se sono un appassionato di videogame sono disposto a pagare un alto PREZZO perché vi trovo un alto VALORE intrinseco che può essere stoico, valoriale, famigliare o che so io.
Questo è il motivo per cui i calciatori prendono tanti soldi e il caffè in piazza San Marco costa un botto.
Non sono di certo il primo a scrivere e parlare di queste cose ma visto che spesso, anzi spessissimo, m’imbatto in persone alle quali non è chiaro il meccanismo, ho pensato di scrivere questo post da mostrare nei momenti opportuni :)