Quando ero giovane amavo l’estate, adesso non la sopporto. Ormai l’estate è diventata come l’inverno: non si può stare fuori perché si sta male, in casa si tiene sempre chiuso perché il condizionatore è acceso e si esce poco perché si tribola
Non voglio fare quello di “ai miei tempi” ma ricordo benissimo che nel 2018, quando mi sono trasferito nella casa in cui vivo oggi, in estate abbiamo tenuto acceso il condizionatore non più di una decina di giorni in tutto l’anno, acceso soprattutto la sera, per dormire. Oggi, 6 anni dopo, è sempre acceso, dal tardo pomeriggio alla mattina dopo. Non -solo- perché si soffre di più il caldo ma perché c’è oggettivamente più caldo.
D’estate si sta in casa e d’inverno i bar hanno le distese e si fa aperitivo fuori, a parti invertite rispetto ad anche solo una decina di anni fa. Al Nord le giornate di gelo sono crollate del 70% e NON è percezione ma un fatto.
Sento un sacco di gente (me compreso) dire cose del tipo “quando ero giovane amavo l’estate, adesso non la sopporto”. E te credo, c’è caldissimo!
Ovvio, non che prima ci fosse freddo ma non erano caldi paralizzanti come questo, non c’erano “notti tropicali” continuative in cui la temperatura non scende mai sotto i 25 gradi e sì, si era anche più giovani.
So benissimo che clima e meteo sono due cose del tutto diverse, ne sono consapevole e non è mia intenzione fare una digressione sul tema, tuttavia, negli ultimi anni le estati sono tremendamente calde e gli inverni miti (io non ho mai visto il ghiaccio quest’anno e in quelli precedenti, da piccolo usavo lo slittino sui canali ghiacciati e il Po di Volano ghiacciava TUTTI GLI ANNI).
Non sarà riscaldamento globale, dirà qualcuno, e a mio avviso ha torto perché i fattori antropici -noi- spingono sull’acceleratore, ma di certo, allora, è riscaldamento locale.
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