Ormai è chiaro a tutti, la portata e l’ingaggio dei nostri post (tranne su LinkedIn) è crollata: per fare numeri come uno o due anni fa si deve sponsorizzare e non è nemmeno detto si raggiungano comunque. La cosa è diventata frustrante non solo per chi con i scocial (in particolare Facebook) ci lavora ma anche per chi lo utilizza per sollazzo, visto che si ha la sensazione di pubblicare solo per pochissimi e ci si sente sfigati.
Perché?
I motivi a mio avviso sono 3 (+1):
1- FB in particolare ha raggiunto un bacino tale di utenza da dover per forza diluire i contenuti che vengono prodotti, per non mostrare sempre quelli a sempre quelli. In effetti se mostrasse sempre tutto a tutti la timeline correrebbe come un fulmine e non ci sarebbe tempo di vedere tutto: troppi contenuti=nessun contenuto.
2- FB ha raggiunto l’obiettivo di avere TUTTI in un unico posto e, dopo avere “comprato” le mucche, è ora di mungerle. Pensandoci, ci sta: investimenti milionari per anni e adesso che hanno raggiunto il loro unico obiettivo, perché non lo dovrebbero mettere a frutto?
3- Le genti si sono stufate dei social “pubblici” e scambiano molti più dati in privato: grandi gruppi, chat private, messaggistica alla Messenger e WhatsApp fanno MOLTI più numeri e dati scambiati che non i social “in chiaro”.
Stanno tornando di moda le community, i luoghi in cui siamo tranquilli di parlare senza aspettarci il deficiente di turno che ci consulta senza motivo e senza sapere di cosa si sta parlando. Si sta tornando, da un certo punto di vista, a quello che c’è sempre stato ovvero a gruppi chiusi di persone che si conoscono, per davvero.
+1 “si ha la sensazione di pubblicare solo per pochissimi e ci si sente sfigati” dicevamo, è un motore molto potente. Anche se non si è analisti dei social o persone che lo fanno di mestiere, si percepisce una certa frustrazione nel pubblicare “per sé stessi” ma in un luogo pubblico. È come fare un libro che non legge nessuno, non è divertente. Molto meglio, pensa la parte inconscia del nostro cervello, pubblicare dove tutti mi considerano, ovvero i gruppi chiusi o WhatsApp.
LinkedIn è un discorso diverso perché, comprato da Mamma Microsoft da relativamente poco, deve far vedere numeri alle persone perché le persone lo usino. Ma non durerà per sempre.
È arrivato il momento di vedere et interpretare il Web e i social in modo diverso: meno pubblico, più fedele, più qualificato. Che si torni alle mail? Si, non è escluso che tornino ad essere il centro di tutto per chiudere un cerchio che per troppo tempo è stato aperto come se si potesse aprire per sempre.
Telegram, Gruppi, Messenger, WhatsApp, le vecchie mail: tutti prendono nuova luce e si tolgono la polvere dalle spalle.
[mc4wp_form id=”19714″] Oppure seguimi sul canale Telegram da qui: se lo preferisci alla newsletter :)
Sono un docente, divulgatore, consulente e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 3 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma e Condivide et Impera.
Per sapere chi è Rudy Bandiera, informazioni e contatti vai alla pagina info
—
Le 7 regole per vivere online | TEDxBologna | Rudy Bandiera